«Spero che Zaia ci ripensi. Tra l’altro la Regione Veneto non sta messa bene, ha avuto negli anni un calo di vaccinazioni e immunizzazioni molto forte». Sul decreto che rende obbligatori i vaccini è ormai lite tra il ministro della Sanità Beatrice Lorenzin che l’ha voluto e il governatore Luca Zaia che ha deciso di impugnarlo alla Corte Costituzionale.
E se Zaia impugna, Lorenzin accusa il Veneto di spalleggiare atteggiamenti anti-scientifici. «Il Veneto col suo presidente e molti dei suoi parlamentari si è già caratterizzato per una battaglia di retroguardia su Stamina condotta con emendamenti in parlamento, dichiarazioni pubbliche in cui si sosteneva il metodo di Vannoni anche per portarlo in Veneto», è sbottata ieri. «Non siamo contro le vaccinazioni e il ministro Lorenzin non ha affatto bisogno del consenso del Veneto – la piccata replica del governatore Luca Zaia – Ha una maggioranza in Parlamento: si faccia convertire in legge il decreto indipendentemente dal nostro ricorso alla Corte Costituzionale». E sarebbe chiusa qui se non fosse che, nel nome dell’esavalente, l’ennesima battaglia tra la Regione leghista e il governo renziano-centrista minaccia di diventare un conflitto di tutto il Nord contro Roma. Ieri il governatore della Lombardia Roberto Maroni ha parlato del ricorso del Veneto in giunta e ha coinvolto anche il collega della Liguria. «Se venisse accolto gioverebbe a tutte le Regioni perché la Consulta dichiarerebbe incostituzionale il decreto – ha detto ieri- Ne ho già parlato con il governatore della Liguria Giovanni Toti e ne parlerò in Giunta». Ovviamente anche il segretario della Lega Matteo Salvini si schiera con Zaia e i suoi. «Bravi! – si è complimentato su Facebook – Mamme e papà vanno informati, non obbligati. La libertà di scelta funziona, le minacce e le multe no».
Dalla parte della Lorenzin prende posizione Alessandra Moretti: «Chiediamo a Zaia che torni indietro dalla sua scellerata decisione», sollecita. E, a sorpresa, anche Forza Italia con Debora Onisto: « E’ come dire che si impugna la legge che stabilisce che i bambini siano legati ai seggiolini in auto: è chiaro che se non lo fai ci sono sanzioni. La ratio della norma è la tutela della vita dei bambini stessi». Il punto, ribadisce il ministro Lorenzin è che il Veneto è sotto la soglia di copertura per l’immunizzazione di massa del 95% indicata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. «Forse ha bisogno più di altre di questo decreto», osserva. I dati aggiornati a martedì dell’Istituto Superiore della Sanità parlano di 2.988 casi di morbillo in Italia dall’inizio dell’anno e il Veneto è nella «top five» con i suoi 210 contagiati; prima ci sono il Lazio (935), il Piemonte (569), la Lombardia (446) e la Toscana (324). Per una volta, il Sud non è maglia nera: un solo caso in Basilicata, 17 in Puglia e 24 in Calabria. Comunque è emergenza, spiega Lorenzin e il decreto serve a riportare l’Italia alla normalità.
Ci si arriva anche senza obbligo, risponde dalla Regione il direttore generale della Sanità Domenico Mantoan. Il Veneto l’ha abolito nel 2007 «e gli ultimi dati semestrali dei nati del 2016 ci indicano per la poliomelite una copertura pari al 92,6% e il valore consolidato atteso a 24 mesi è stimato intorno al 94%». Come dire: al 95% ci stiamo arrivando, non c’è bisogno di minacciare i genitori. Mantoan mette anche in dubbio l’affidabilità dei dati ministeriali sulle coperture vaccinali perché non tutte le Regioni hanno l’anagrafe informatizzata come il Veneto. E Zaia il dubbio lo esplicita: «Su quali dati vi siete basati per sostenere l’urgenza del decreto? Sulle anagrafi scritte a mano? – chiede, retorico – E non è che una volta che avremo scoperchiato questo sistema basato su “carta da formaggio” si scoprirà che magari il Veneto è la regione col più alto tasso di vaccinazioni e nelle altre è crollato? Il decreto motiverà gli indecisi ad abbandonare le vaccinazioni. Un boomerang».
Mo. Zi. – Il Corriere del Veneto – 15 giugno 2017