Dopo la pizza e gli spaghetti, un altro tipico prodotto italiano conquista l’Inghilterra, confermando la sua espansione in tutto il mondo: il panettone. La torta di Natale nata a Milano ha ormai spodestato il “pudding”, il budino che costituiva il classico dessert sulla tavola degli inglesi in ogni festa comandata. Il fenomeno era evidente già da qualche tempo. Il panettone, in passato, era introvabile da queste parti.
UN TEMPO lo si trovava solo in qualche negozio di alimentari di Londra frequentato dai nostri immigrati, come Terroni a Clerkenwell road o Camisa a Soho. Poi, negli ultimi anni, il panettone appariva regolarmente ogni autunno, insieme al pandoro, nei maggiori supermarket, a riprova della globalizzazione gastronomica della capitale. Ma il 2016 è l’anno della consacrazione. E del sorpasso.
Nella Food Hall di Selfridges, uno dei migliori grandi magazzini della metropoli sul Tamigi, le vendite di panettone stanno superando quelle di pudding 2 a 1, riportava ieri il Mail on Sunday. Da Waitrose, grande catena di supermercati di qualità, le vendite sono aumentate del 56 per cento rispetto allo scorso anno. Va letteralmente a ruba, tanto che il supermarket ha già esaurito le scorte a un mese dal Natale e dovuto fare nuove ordinazioni in Italia, nonostante il calo della sterlina provocato dalla vittoria della Brexit nel referendum del giugno scorso renda questo dolce venuto dall’estero, come altri prodotti d’importazione, più caro per i sudditi di Sua Maestà. Altre più popolari catene di supermercati, come Sainsbury e Asda, hanno addirittura lanciato una propria versione di panettone “made in Britain”, più economico, meno soffice, per dirla tutta meno buono, ma comunque ispirato dal prodotto originale e di fatto un riconoscimento del suo gusto. Come del resto la pizza, che qualcuno può fare all’ananas o con altri ingredienti assai lontani da quelli con cui venne concepita a Napoli, ma che è diventata un simbolo universale a tutte le latitudini della qualità della cucina italiana.
Per coincidenza la notizia è giunta proprio a conclusione della prima Settimana della cucina italiana nel mondo, l’iniziativa lanciata dal nostro governo per esaltare e pubblicizzare la nostra gastronomia a livello internazionale, che a Londra come in altre capitali estere ha avuto una serie di iniziative, organizzate anche dall’ambasciata d’Italia, come un dibattito con Andrea Rasca, l’imprenditore che ha aperto da poco Mercato Metropolitano, il primo mercato alimentare e gastronomico italiano sotto il Big Ben. L’attuale panettone best-seller da Selfridges è una versione caramellata che costa la bellezza di 24 sterline e 99 pence, pari a circa 30 euro: non per nulla si tratta del supermercato di un grande magazzino di lusso. Viceversa nei più economici supermercati della Sainsbury se ne può acquistare uno a buon mercato da 9 sterline (11 euro), farcito di marron glacé e ribattezzato “Prosecco Panettone”, forse per suggerire ai consumatori di accompagnarlo con una bottiglia di vino frizzante italiano, peraltro anch’esso protagonista di un boom: il suo consumo nel Regno Unito, informava recentemente il Times, ha praticamente superato quello dello champagne francese (che è ben più caro).
Il sorpasso del panettone sul pudding necessita di qualche spiegazione storica. Il “Tony’s bread”, pane di Toni, scrive il Mail, prende appunto il nome dal dolce creato con ingredienti di fortuna da un povero fornaio milanese che “lo inventò come dote quando sua figlia si innamorò di un ricco nobiluomo”. Le le cose forse non andarono esattamente così: ci sono varie versioni su tempi e modi della sua nascita. Ma intanto gli inglesi hanno imparato a pronunciare correttamente “panettone”. E pure a mangiarlo, più spesso del loro tradizionale budino, nei giorni che portano al Natale.
Repubblica – 28 novembre 2016