Cavalli, asini, muli, ma anche cani e uccelli. Sono numerose, ma pressoché sconosciute le vicende belliche e umane durante la Grande Guerra che videro gli animali protagonisti. Furono infatti utilizzati a centinaia di migliaia dagli eserciti, spesso risolvendo problemi pratici e logistici. A questo spaccato quasi inedito della storia è dedicata la mostra «Soldati senza voce-Animali e soldati nella Grande guerra» allestita fino a domenica nelle sale di palazzo Bonaguro. Per meglio comprendere il rapporto che si instaurava tra animali e soldati sono state organizzate delle conferenze.
Stasera alle 20.30, il colonnello Gianni Bellò racconterà la sua esperienza di soldato e ufficiale a contatto con i muli usati dagli alpini.
Il percorso espositivo si articola in una sequenza di pannelli con le immagini originali che documentano quel legame. Ad integrare le fotografie, cimeli dell’epoca che raccontano episodi anche locali, consumatisi sul massiccio del Grappa. Come la storia di nonno Albino salvato dall’asina che con il suo corpo gli fece da scudo dalle granate del nemico. Il materiale è stato messo a disposizione dal Comune di Cavaso del Tomba, raccolto dalla ricercatrice Fulvia Callegaro. Al progetto collaborano altre associazioni del territorio, tra cui gli Amici del museo della Grande guerra di Alano di Piave.
L’iniziativa che ha il merito di dare visibilità ad un risvolto bellico poco noto ha anche una forte connotazione solidaristica. Le offerte raccolte dai visitatori saranno destinate alle molteplici iniziative dell’associazione Oncologica San Bassiano Onlus, sodalizio che opera nel Bassanese a favore dei malati di tumore bisognosi di sostegno economico, morale e assistenziale. La mostra è visitabile, nei giorni feriali, dalle 10 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19; sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19; domenica dalle 10.30 alle 13 e dalle 15 alle 18.
Il Corriere del Veneto – 23 settembre 2016