«Entro l’estate verranno stabiliti i limiti per quanto riguarda la presenza dei Pfas nelle acque destinate al consumo umano». A dare l’annuncio è stato il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, incontrando ieri a Pressana i sindaci del territorio che ha a che fare con la contaminazione da sostanze perfluoro-alchiliche. Un problema emerso un paio d’anni fa in seguito ad indagini ambientali compiute nella zona comprendente una trentina di Comuni, di cui 13 del Basso veronese, posti a cavallo fra le provincie di Verona, Vicenza e Padova.
Comuni nei quali viene distribuita acqua proveniente da falde in cui c’è una presenza rilevante di perfluoro-alchilici. Elementi di produzione industriale – secondo quanto asserito dall’Arpav, in questo caso derivano da sversamenti di un’azienda del Basso vicentino, la Miteni di Trissino – che vengono utilizzati per impearmeabilizzare carta, tessuti e stoviglie. Il titolare del dicastero che si occupa di Tutela del territorio è stato invitato dal sindaco di Pressana, e candidato di Area popolare alle prssime Regionali, Stefano Marzotto. Il quale ha organizzato nel municipio del piccolo centro che governa un confronto fra il rappresentante del Governo e gli amministratori del teritorio alle prese con l’emergenza Pfas. Un appuntamento importante a cui hanno preso parte i sindaci dei Comuni veronesi Cologna, Zimella, Roveredo, Bevilacqua, Veronella e Terrazzo e quello del Comune padovano di Urbana.
«Siamo qui per avere delle risposte in merito ad un problema che sta andando avanti da tempo», ha esordito Marzotto, che sul tema Pfas aveva anche presentato un esposto alla Magistratura. «In particolare», ha aggiunto, «chiediamo che vengano stabiliti una volta per tutte dei limiti di legge, che siano attuate anche nel Veronese indagini biometriche, necessarie a verificare gli effetti biologici della contaminazione, e che, dal lato ambientale, venga risanato il fondo dei fiumi che attraversano il nostro territorio, perché lì si accumulano varie sostanze inquinanti».
«L’Istituto superiore di Sanità, in mancanza di direttive comunitarie specifiche, ha provveduto a stabilire dei limiti di obiettivo», ha spiegato il ministro. «Intanto è partito un monitoraggio su ampia scala che sta ora arrivando a conclusione, per cui mi sento di dire che a breve sarà possibile stabilire dei valori di riferimento sulla presenza dei Pfas, che verranno ricompresi nelle normative ambientali. Di questo tema sta occupandosi dal 2013 un gruppo di lavoro formato da specialisti del Centro nazionale delle ricerche (Cnr), dell’Istituto superiore di Sanità e dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). Le decisioni, infatti, vanno prese su una base scientifica e non sull’onda dell’emotività».
La novità emersa nell’incontro, dove il ministro era accompagnato dal senatore Udc Antonio De Poli, è insomma costituita dal fatto che sarà stabilito un termine per l’adozione di quelle misure regolamentari la cui assenza ha fatto sì che le contromisure adottate sinora non costituissero la risposta ad obblighi di legge. «Quanto poi alla possibilità che lo Stato prenda posizione nei confronti di chi ha causato l’inquinamento», ha precisato Galletti, «occorre che venga prima istruito un processo. Finora, comunque, questo Governo si è già costituito 47 volte parte civile in procedimenti per reati ambientali».
Luca Fiorin – L’Arena – 27 maggio 2015