“I conti non tornano. Non tornano sulla sanità veneta e in particolare sui 66 euro tolti in media a ogni polesano” Patrizia Bartelle consigliera regionale del Movimento Cinque Stelle attacca la giunta regionale prendendo spunto dal documento presentato in V commissione “la cosiddetta Rendicontazione 51 con cui vengono analizzati parametri e variabili che vanno a delineare la sanità veneta, con dati riferiti agli anni 2014-15” si legge in una nota diffusa dalla consigliera polesana.
“Si parla, cito testualmente, di ‘leadership della nostra Regione rispetto alla qualità delle cure erogate ed alla capacità di mantenimento dell’equilibrio finanziari’ mentre poco oltre si legge pure che ‘la quasi totalità degli ospedali veneti tratta una casistica di pazienti del tutto adeguata rispetto a quelle che oggi sono le buone pratiche di diagnosi e cura’. Che dire? La relazione di per sé è tecnicamente perfetta ed infatti è stata approvata all’unanimità ma i dati certificano invece un fallimento politico per quanto riguarda la reale assistenza ai cittadini. Negli ultimi anni – spiega la Bartelle – il numero dei ricoveri è calato del 23 per cento, perché essendoci meno posti letto nel totale generale, si riducono gli accessi. E pur diminuendo gli accessi, il ‘fortunato’ che riesce ad esser ricoverato in un ospedale, vi rimane un tempo medio costante negli anni, a riprova che il fisico umano, oltre che la scienza medica, hanno bisogno sempre del medesimo tempo per ottenere risultati apprezzabili. Quanto ai costi, quello del personale è rimasto pressoché stabile tra 2014 e 2015: perché il mancato turn over e diminuzioni di figure apicali non hanno portato a una riduzione della spesa? Quel che è certo riguarda la qualità del servizio erogato: è peggiorato, almeno nella percezione dell’utente, con ricorso sempre più frequente a cooperative di medici ed infermieri per tamponare le varie emergenze”. La Bartelle continua: “Per ogni veneto sono stati stanziati 1.813 euro in media per la spesa socio-sanitaria e poiché le Ulss 18 e 19 negli anni passati avevano i conti in ordine ecco il ‘premio’ di quei 66 euro tolti a ogni polesano. Come al solito – incalza la Bartelle – la provincia di Rovigo è la più penalizzata a livello regionale, come lo fu in passato con un taglio importante di posti letto, che hanno visto pesantemente ridotti quelli pubblici, ma non quelli delle strutture private. Il resto è storia: la carenza di medici, come successo in Pronto soccorso a Trecenta, in un momento magari stagionalmente difficile, non è giustificabile ormai in nessuna maniera. Pazienti che non hanno un posto letto e quindi ‘parcheggiati’ su brandine di fortuna, ormai sono la norma, e non ditemi che è sempre colpa dell’influenza”. Secondo l’esponente pentastellata “i dati parlano da soli: a Trecenta mancano 22 posti letti nell’area medica, sempre analizzando i dati di accesso alla struttura, per cui appare difficile far credere alla gente che va tutto bene, perché abbiamo posti letto nell’ospedale di comunità e i reparti dell’ospedale di Adria sono un insieme di posti letto di varie specialità, dove impera la ricerca quasi disperata di dove piazzare un ammalato, considerato che ogni posto letto che liberato viene rioccupato immediatamente. Eppure tutto va bene, così tanto che il sindaco di Melara chiede di andarsene dall’azienda sanitaria, troppo lontana da Trecenta, ospedale di riferimento. Ha tutta la mia solidarietà “ conclude amara la consigliera.
4 febbraio 2017