Il 65% delle famiglie italiane valuta che il proprio reddito è inferiore al necessario ed è aumentata la quota di coloro che hanno un reddito insufficiente a coprire i consumi.
È quanto emerge dall’occasional paper “Il risparmio e la ricchezza delle famiglie italiane durante la crisi”, di Laura Bartiloro e Cristiana Rampazzi, pubblicato sul sito di Bankitalia. Considerando una misurazione della povertà, che oltre al reddito, prenda in considerazione anche la ricchezza, è emerso tra il 2008 e il 2010 un peggioramento di tali indicatori, in misura particolarmente accentuata tra i giovani e gli affittuari. Nel 2010 le famiglie povere di reddito e di ricchezza al netto dell’abitazione di residenza erano l’8,8 per cento, in lieve aumento rispetto al 2008; tra quelle giovani, l’incidenza della povertà è invece aumentata di quasi tre punti tra le due rilevazioni, fino a raggiungere il 15,2%, un valore ben più elevato di quello della popolazione nel suo complesso. Per gli affittuari la percentuale è ancora maggiore, pari al 26,1 per cento, in aumento di 3,5 punti tra le ultime due rilevazioni. L’evidenza presentata in questo lavoro pone in luce la vulnerabilita’ di una quota rilevante di famiglie giovani e di locatari. Di fronte a una generale riduzione del risparmio e dell’interruzione della crescita della ricchezza netta, alcune famiglie hanno dunque risentito della crisi più di altre. E i dati macroeconomici più recenti, segnala lo studio, indicano “una ulteriore riduzione del reddito e un peggioramento del tasso di risparmio, prefigurando quindi un successivo inasprimento delle condizioni finanziarie delle famiglie più vulnerabili in assenza di opportune misure di sostegno o di una ripresa del ciclo economico. Ancora prima del dispiegarsi degli effetti della crisi, osservano i due economisti, il risparmio delle famiglie italiane era in calo. La propensione al risparmio delle famiglie ulteriormente diminuita dopo il 2008 ed e’ aumentata la quota di famiglie con reddito insufficiente a coprire i consumi, in particolare per le famiglie a basso reddito: la metà dei nuclei appartenenti a questa classe ha entrate insufficienti a coprire i consumi. L’aumento degli squilibri e’ segnalato anche dall’incremento della concentrazione della ricchezza: tra il 2008 e il 2010 la quota di ricchezza netta posseduta dai tre quartili di reddito piu’ bassi e’ diminuita a vantaggio della classe più elevata. L’esigua frazione di ricchezza detenuta dai nuclei giovani, si è ridotta ulteriormente. La percentuale di famiglie italiane indebitate è bassa nel confronto internazionale e la maggior parte di queste si collocano nei quartili di reddito più alto. Esaminando il bilancio familiare dal lato del passivo le famiglie vulnerabili sono quindi una quota ridotta.
Il Sole 24 Ore – 6 marzo 2013