Rosso è 1.843,2 miliardi di euro, 79,4 miliardi in più in 12 mesi. Enti locali più indebitati al Nord. Miglioramento del debito delle amministrazioni territoriali
Il debito pubblico del 2010 è cresciuto del 4,5%, anche se il dato di fine dicembre registra una lieve flessione rispetto al record raggiunto lo scorso novembre. È questo il dato principale contenuto nel Supplemento Finanza Pubblica al Bollettino Statistico della Banca d’Italia, che segnala nello stesso anno un miglioramento del debito delle amministrazioni territoriali.
Cala invece il gettito fiscale, anche se la perdita di incassi risulta ridotta rispetto alle difficoltà registrate a metà anno, quando la crisi economica ha avuto un maggiore impatto sui conti pubblici. Il debito delle Amministrazioni pubbliche è salito nel 2010 a quota 1.843,2 miliardi di euro, contro 1.763,9 dell’anno precedente, crescendo di 79,4 miliardi (appunto il 4,5%) in 12 mesi, attestandosi comunque a un livello leggermente inferiore al record di 1.868,6 miliardi toccato a novembre scorso. I dati riguardano il debito in valore assoluto, mentre ai fini europei quello che conta è il rapporto tra il debito e il Pil che verrà diffuso dall’Istat solo domani.
Le ultime stime del governo puntano a centrare un rapporto debito-pil al 117,3% nel 2010, in crescita rispetto al 115,1 dell’anno precedente. L’obiettivo sembra a portata di mano: se si rapporta il dato della Banca d’Italia con le stime di Pil nominale del governo (indicato a 1.464.796 milioni di euro) il rapporto si attesterebbe ora vicino al 117,8%. Buone notizie arrivano dai conti pubblici delle Amministrazioni territoriali: nel 2010 il loro debito segna un calo dello 0,36%, a 110,9 miliardi rispetto ai 111,3 del 2009. In particolare, la riduzione si è registrata per le Regioni, dove si è passati da 42,0 miliardi del 2009 a 41,7 del 2010, e per le Province da 9,1 a 9,0 miliardi; in leggero aumento il debito dei Comuni salito da 48,3 miliardi del 2009 a 48,9 del 2010. Guardando alle aree geografiche, il debito è cresciuto nelle amministrazioni locali del Nord e delle isole, mentre è sceso al Centro e al Sud: al nord Ovest è salito l’anno scorso a 31,3 miliardi (30,5 del 2009) e al Nord Est è rimasto pressochè invariato a 16,545 miliardi (16,5 del 2009). Al Centro, il debito è calato a 29,4 miliardi (30,1 del 2009) mentre al Sud è stato di 24,6 miliardi nel 2010 (25,4 nel 2009). Nelle isole, nel 2010 è salito a 9,0 miliardi (8,7 del 2009).
Chiude con il segno meno il 2010 sul fronte tributario: il gettito ha segnato una contrazione dello 0,97%. Gli incassi, al netto dei fondi speciali della riscossione, sono calati di 3,9 miliardi attestandosi a 397,5 miliardi contro i 401,4 miliardi del 2009. L’anno fiscale ha comunque contenuto le perdite di gettito rispetto all’andamento segnato nel corso dell’anno. A metà anno, infatti, il gettito tributario registrava gli effetti della crisi e mostrava una flessione del 3,18%, e a luglio l’andamento cumulato aveva registrato una flessione del 3,4%. La contrazione si è poi ridotta nel corso degli ultimi semestri, passando al -2,6% degli ultimi 8 mesi e al -1,8% dei primi 11 mesi. Nel 2010 il fabbisogno complessivo delle amministrazioni pubbliche è stato pari a 67,2 miliardi, nel 2009 era risultato pari a 85,9 (5,6% del Pil). Un debito giudicato «alle stelle» dall’Idv che, con il presidente dei senatori Felice Belisario, chiede al governo di dimettersi. Per la Uil si prospetta la crescita dell’inflazione per cui, dice il segretario confederale Antonio Foccillo, servono maggiore responsabilità politica e politiche strutturali lungimiranti e condivise; per l’Ugl la politica dei tagli non basta, va accompagnata da concrete misure di riqualificazione della spesa degli enti centrali e locali.