Confindustria, Abi, Confcommercio e altre sigle al governo: «Anticipare la riduzione dei costi o sarà difficile chiedere sacrifici al Paese»
MILANO – Pronti a collaborare. Purché ciò che serve sia fatto in fretta. E a condizione che la politica comincia tagliare davvero i costi che impone al Paese. E quanto scrivono Confindustria, Abi, Confcommercio e altre sigle che hanno partecipato all’incontro fra governo e parti sociali in un comunicato congiunto rivolto al governo dopo l’annuncio di Berlusconi e Tremonti in risposta alla crisi dei mercati. Le associazioni imprenditoriali, in vista del nuovo faccia faccia in programma mercoledì, «apprezzano» l’impegno «a sottoporre subito le misure al Parlamento e a costituzionalizzare l’obbligo del pareggio di bilancio» e si dicono pronte a un confronto con l’esecutivo «sulle misure che verranno proposte in materia di fiscalità e assistenza per anticipare il pareggio di bilancio al 2013». La lista dei firmatari è lunga e comprende Abi, Alleanza cooperative italiane (Confcooperative, Lega cooperative, Agci), Ania, Cia, Claai, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confindustria, Reteimprese Italia (Confcommercio, Confartigianato, Cna, Casartigiani, Confesercenti).
MODIFICA COSTITUZIONALE – Dall’apprezzamento si passa poi a una esplicita pressione sui tempi di intervento. Per esempio, iprese e banche ritengono «che non vi sia alcun motivo di attendere una modifica dell’articolo 41 della Costituzione, in sé positiva, per procedere alle liberalizzazioni e a quelle semplificazione della Pubblica amministrazione che possono ridurre gli oneri su imprese e cittadini e dare più spazio alla libera attività imprenditoriale e al mercato». E aggiungono: «Ribadiamo che è necessario anticipare i tagli ai costi della politica; sarà altrimenti molto difficile chiedere sacrifici al Paese».
NORME SUL LAVORO – Altro tema riguarda la riforma del mercato del lavoro con le imprese che chiedono che venga «riconosciuto il ruolo degli attori sociali». Appello a cui si uniscono anche i sindacati. Luigi Angeletti, Uil, chiede che «il governo non intervenga autonomamente», altrimenti, dice, «non saremmo d’accordo». Dello stesso avviso il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, secondo il quale la materia «deve essere oggetto del confronto fra le parti». E su questo aspetto rassicura il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi: «Ogni tema utile alla modernizzazione, sarà esaminato senza pregiudizi o preclusioni»
Corriere.it – 6 agosto 2011