La Stampa. Mentre il governo è impegnato ad accelerare la campagna vaccinale e a renderla più omogenea tra le varie regioni, cresce il numero delle vittime e dei ricoverati in terapia intensiva. Questi ultimi sono 36 più di lunedì, per un totale di 3.546.
Ma il dato più eclatante riguarda chi non è riuscito a vincere la battaglia contro il coronavirus: ieri sono morte 551 persone, contro le 386 di lunedì, per un numero complessivo di 105.879.
Non si toccava un simile record negativo dallo scorso 19 gennaio, quando erano decedute 603 persone, è più recentemente il 16 marzo con 502 decessi. E così, con i 75 morti segnalati ieri, il Piemonte supera la soglia dei 10 mila morti, 10.023 per l’esattezza, di cui 4.661 solo a Torino. In questo triste primato il Piemonte è la quarta Regione a superare i 10.000 morti dopo Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Soltanto la Valle d’Aosta comunica zero decessi da sei giorni, mentre il maggior numero di morti ieri, oltre al Piemonte, è registrato in Lombardia (+99), Campania (+62, di cui 35 deceduti nelle ultime 48 ore e 27 deceduti in precedenza), Emilia-Romagna (+56) e Puglia (+46).
Ma a preoccupare c’è anche la pressione sul sistema sanitario, soprattutto per quanto concerne la terapia intensiva e la rianimazione. Quest’ultima è cresciuta di 317 ingressi contro i 227 di lunedì. I maggiori incrementi di pazienti Covid si registrano invece nelle terapie intensive del Veneto (17 posti letto occupati in più in un giorno), seguita da Lombardia (+14), Campania e Liguria (+7), Emilia e Lazio (+5).
Mentre nei reparti ordinari sono invece ricoverate 28.428 persone, con un incremento di 379 unità nella giornata di ieri. Sono 335.189 i tamponi molecolari e antigenici effettuati; l’altro ieri i test erano stati 169.196. Il tasso di positività è del 5,6% (l’altro ieri era all’8,1%), in calo del 2,5%.
Il bollettino di ieri evidenzia 18.765 nuovi casi positivi al Covid. La regione con il maggior incremento è la Lombardia (3.643) seguita dal Piemonte, dove si registrano 2.080 nuovi contagiati. Oltre mille nuovi positivi anche in Veneto (1.966), Campania (1.862), Puglia (1.664), Emilia-Romagna (1.578), Lazio (1.491) e Toscana (1.062). In Sicilia i nuovi casi accertati sono 751, il Friuli-Venezia Giulia ne riporta 548, mentre tutte le altre Regioni si fermano sotto quota cinquecento contagi
Fin qui i numeri, con cui ieri, come ogni giorno, è stato aggiornato il bilancio della pandemia che da un anno ha stravolto le nostre vite. Intanto prosegue la discussione, a livello politico, sull’opportunità di riaprire in zona rossa almeno la scuola d’infanzia e la primaria, come ha chiesto lunedì la ministra delle Pari opportunità Elena Bonetti. Tra i ministri c’è però chi invoca prudenza e invita a guardare alla stretta decisa proprio in queste ore in Germania, che ha prorogato il lockdown duro fino al 18 aprile, pur con meno contagi e meno morti dell’Italia (ma scuole e asili rimarranno aperti, al momento, con test-antigenici veloci due volte a settimana).
Tra le ipotesi che si fanno largo in queste ore, per il nostro Paese, c’è anche quella di una proroga delle misure oggi in vigore fino al 15 aprile. Ma al momento non c’è nulla di sicuro e in molti, anzi, credono che questa non sia una strada percorribile.—