Roberta Polese. Nella sua strenua difesa degli animali Paolo Mocavero, ex dj e ormai da anni anima e corpo del movimento 100% animalisti non ha mai risparmiato nessuno. Nel corso delle sue crociate ha preso di mira più o meno tutti, e qualche volta le parole hanno sconfinato dalla critica alle offese più o meno velate. Molti lasciano correre, altri invece prendono la palla di petto e rispondono per le rime, cioè con carte bollate e querele.
E la metafora calcistica calza a pennello in questo caso, perché con una delle sue uscite due anni fa Mocavero aveva preso di mira piuttosto pesantemente Roberto Baggio, il «Divin Codino», ex numero 10 della nazionale e Pallone d’Oro. Ma il campione di Caldogno non è andato per il sottile: ha querelato il dj animalista per diffamazione, che ora il pm Roberto D’Angelo ha mandato a giudizio.
E ieri Baggio, con gran sorpresa dei molti che si trovavano in tribunale, era in aula a rappresentare le sue ragioni.
Il calciatore, arrivato con il sorriso a Palazzo di Giustizia, si è prestato a fotografie e autografi. Benché non è un segreto che il fenomeno vicentino sia un amante della caccia (e che pure qualche suo fan in passato lo abbia criticato per questo), pochi sapevano della sua causa contro Mocavero. Il leader degli animalisti, tuttavia, nella sua accusa contro il Roby nazionale era andato ben oltre: in un post apparso nel 2016 sul suo sito — www.centopercentoanimalisti.com — aveva infatti usato parole pesanti.
Parlando (male) dei cacciatori infatti l’animalista aveva scritto: «Baggio, che ha il coraggio di definirsi ‘buddista’ (probabilmente visto il suo livello culturale, non conosce il significato delle parole) — la parentesi è dello stesso Mocavero — ed esercita la caccia, andando anche all’estero per i famigerati viaggi della morte». Ebbene il post non è sfuggito a Baggio che sarà pure abituato alle«offese» del focoso ed emotivo popolo dei tifosi del pallone, ma che evidentemente, arrivato a una certa età (proprio l’altro ieri ha compiuto 51 anni) deve aver deciso che le critiche e le offese devono fermarsi al campo di calcio, e che quando arrivano a colpire le sue scelte personali, come quella di praticare la caccia, devono trovare un limite.
Qui in pagina, per altro, pubblichiamo anche una foto del 2013, in cui sempre gli animalisti di «100%», srotolarono davanti alla mostra sulla caccia a Brescia, che vedeva proprio Baggio come testimonial, un altro striscione di accusa.
E Baggio allora quel limite ha deciso di farlo rispettare con una querela, anche se questo comporta una denuncia e conseguente «tour» nelle aule di giustizia. Si tornerà in aula, davanti al giudice Chiara Bitozzi, il prossimo 18 giugno.
Il Corriere del Veneto – 20 febbraio 2018