Rientro dalle ferie di fuoco per la sanità regionale. Se da una parte sul tavolo della Commissione sanità approda il grande dibattito sul taglio delle Asl e sulla nascita dell'”Azienda Zero”, una rivoluzione dopo quelle del 1995, dall’altra si deve decidere come chiudere il bilancio di fine anno facendo a meno dei 200 milioni tagliati dal Governo. Il tutto facendo partire le innovazioni già messe in cantiere ancora prima dell’estate. Il dibattito sul taglio delle Asl non è più solo questione accademica. Il 31 dicembre i 23 direttori generali, con i 23 direttori del sociale, 23 sanitari e 23 amministrativi, scadranno e quindi dovranno essere rinnovati per restare in carica tre anni, più due di proroga. Sempre che prima di quella data la Regione non vari la riduzione delle Aziende, 7 Asl provinciali, più le due Aziende ospedaliere e lo Iov: 10 direttori generali, 10 amministrativi e 10 sanitari (nessun direttore sociale). Una rivoluzione nei fatti, ma anche economica.
Presieduta dal presidente Fabrizio Boron si è tenuta intanto oggi la seduta della Quinta Commissione-Sanità del Consiglio Regionale del Veneto. Tre i temi in agenda: la cosiddetta “Azienda zero”, la legge sulle liste d’attesa e il parere di Commissione sull’autorizzazione dell’usufrutto sull’ospedale di Bovolone. La disamina del Pdl 23 d’iniziativa di Luca Zaia, Nicola Finco e Silvia Rizzotto relativo all’ “Istituzione dell’ente di governance della Sanità regionale veneta denominato ‘Azienda per il governo della sanità della Regione del Veneto – Azienda zero” ha occupato gran parte dei centoventi minuti di seduta, raccogliendo pareri e commenti tutti i consiglieri presenti.
In primis Bruno Pigozzo (Pd), Sergio Berlato (FdI) e Marino Zorzato (AP) hanno avanzato considerazioni di metodo sul progetto e sul percorso che questo dovrà fare per cercare di divenire legge regionale. Per Pigozzo sarà “fondamentale il processo di coinvolgimento dei sindaci e degli operatori che la Commissione saprà sviluppare, per stabilire un percorso condiviso con i soggetti obbligatoriamente da sentire, per arrivare ad un testo soddisfacente per il territorio e per i cittadini”. Zorzato si è domandato – testo alla mano – se la programmazione in sanità sarà compito del Consiglio o della nuova Azienda, mentre Claudio Sinigaglia ha posto l’accento sulla necessità comprendere se “questo soggetto nasce per essere un’azienda di servizi capace di snellire e sburocratizzare il lavoro delle Ulss oppure è la nuova azienda di governo del sistema socio sanitario veneto?“.
Nel dibattito di Commissione, a cui hanno contribuito anche Patrizia Bartelle (M5S), Massimiliano Barison (FI) e Orietta Salemi (PD), Jacopo Berti (M5S) con un intervento circostanziato ha iniziato a interloquire sui singoli articoli del Pdl 23, domandando – tra le altre cose – delucidazioni su quali prerogative di controllo detenga il Consiglio regionale sulla nuova Azienda, su quali siano i finanziamenti previsti per la sua nascita e gestione, e sulle competenze del direttore generale del nuovo soggetto. Il dibattito sul progetto di legge si è svolto in un clima di reale collaborazione, confermato nelle parole di Nicola Finco (capogruppo LN, tra i firmatari del progetto di legge), che ha sottolineato “che non c’è alcuna urgenza di portare in aula il Pdl, se non quella che hanno i veneti di godere di una sanità migliore. Per il resto credo sia opportuno licenziare il testo con la più ampia condivisione possibile, senza zone d’ombra, forzature o contrapposizioni”.
Chiudendo la seduta il presidente Boron ha assicurato la celere convocazione della Commissione per proseguire immediatamente nel lavoro sul Pdl.23: “Procederemo calendarizzando velocemente una scaletta di audizioni che coinvolgerà i sindaci, gli ordini professionali e i sindacati. Sono assolutamente convinto che sapremo mettere sul tavolo tutti i dubbi e tutte le perplessità in merito all’Azienda Zero, anche grazie alla disponibilità di Luca Coletto e Domenico Mantoan, che hanno già assicurato la propria presenza in Commissione per chiarire eventuali punti oscuri del testo presentato”.
Alludendo alle polemiche divampate in campagna elettorale sulla necessità di ridurre le Usl, ma probabilmente anche ricordando le perplessità sollevate dall’opposizione nella precedente seduta dedicata all’argomento, ieri il presidente Luca Zaia aveva cominciato a cannoneggiare via Twitter le possibili barricate con messaggi del tipo: «Ulss provinciali, tutti le volevano, ma solo io ho presentato progetto. Ora andiamo al “vedo”» e «Ulss provinciali, Matteo Renzi ci accusò di troppe Ulss. Ora vedremo risposta a mia legge». In giornata si sono riuniti pure l’ufficio di presidenza e la conferenza dei capigruppo. In ballo c’è infatti la definizione dell’agenda istituzionale a partire da settembre, quando torneranno ad essere celebrate pure le sedute del consiglio regionale.
Azienda zero. Berti (5s): un ente che nasce ponendo troppi dubbi e interrogativi. Meglio scorporare il riordino delle Ulss
Durante la discussione odierna, il vicepresidente della Commissione V Jacopo Berti (capogruppo M5S) ha avanzato una proposta dei pentastellati. Berti spiega: “La mia proposta ha lo scopo di mettere gli interessi dei veneti prima di tutto. Ho chiesto ad assessore e maggioranza di scorporare il progetto unico e mette da una parte il riordino delle Asl, sul quale confermiamo la convergenza del M5S se questo sarà fatto nella direzione di far risparmiare i veneti; dall’altra parte chiediamo invece che venga trattata separatamente ed in un secondo momento, la tematica dell’azienda zero.”
Il capogruppo 5Stelle spiega le motivazioni della sua idea: “Dopo un attentissimo studio, poniamo molti interrogativi sull’Azienda zero. Una riforma del genere guarda da qui a venti anni, vogliamo quindi studiarla approfonditamente e toglierci ogni dubbio al fine di essere sicuri che vada in direzione del bene dei veneti. Il nostro invito quindi è quello di portare immediatamente a casa un risultato certo, il riordino delle Asl, che fa bene ai veneti e rientra nel nostro programma elettorale. Mentre per l’Azienda zero riteniamo corretto prenderci il tempo necessario a chiarire alcuni punti fondamentali.” In Quinta Commissione Berti ha esternato una serie di domande: “Lo scopo dei miei quesiti – spiega Berti – è chiarire se, come a noi pare, il Consiglio e la V Commissione verranno svuotati di ogni potere di programmazione, e se questo potere verrà tutto trasferito ad un direttore generale esterno, dell’Azienda zero, che viene nominato dal Presidente della Giunta. Anche gli organi di controllo dell’Azienda zero verranno nominati dal Presidente della Giunta, dalla Giunta o dallo stesso direttore generale. Tutto questo getta dubbi sull’indipendenza in materia di valutazione e certificazione di un nuovo ente che nasce pericolosamente autoreferenziale.”
Le obiezioni del Pd. Taglio Usl: soluzione superficiale. Azienda zero: il Dg avrà un potere enorme
Netta contrarietà del Partito democratico. “La proposta di Zaia prevede la realizzazione di 7 Ulss provinciali, di cui 2 da circa 200.000 abitanti e le altre da 900.000 circa… Ma il governo delle Ulss di queste dimensioni pone evidenti problemi che nella proposta della giunta vengono risolti semplicemente trasformando le Ulss attuali in distretti e configurando le conferenze dei sindaci a livello distrettuale. Una soluzione piuttosto superficiale che rischia di compromettere la tanto sbandierata integrazione socio sanitaria. La proposta di Zaia elimina poi il direttore del sociale! Questa scelta è veramente un duro colpo all’integrazione socio sanitaria ed è rivelatrice che a comporre queste proposte di legge è un esperto ospedaliero e di sanità che non riesce però a capire i bisogni del territorio né tantomeno ad individuare corrette risposte”.
Ma le obiezioni più forti al progetto di legge n.23 di cui Zaia è primo firmatario è sulla costituzione e sui compiti dell’Azienda Zero. “Non sarebbe un‘azienda di servizi a cui le Ulss e le aziende si rivolgono per ottenere a prezzi più vantaggiosi eventuali acquisti o per sburocratizzare o per la gestione del personale o per avere maggiori certezze nella formulazione di bandi o gare sopra soglia. Non è solo questo né principalmente questo. L’azienda zero si pone infatti come primo obiettivo quello del “governo” del sistema sociosanitario veneto, si occupa della programmazione, degli indirizzi, del controllo dell’attività delle Ulss. Tutte competenze che spettano al consiglio regionale. Inoltre formula gli obiettivi dei direttori generali, redige i bilanci preventivi e consuntivi delle Ulss, decide il riparto delle risorse tra aziende e Ulss, stabilisce i posti letto, le apicalità, la configurazione delle schede ospedaliere, le convenzioni con le strutture accreditate…”.
Insomma, secondo il Pd, “l’ingerenza dell’azienda zero nell’attività politica del consiglio regionale è evidente con la conseguenza di ridurre (azzerare?) il ruolo dell’assessore e della commissione quinta, di espropriare la politica delle competenze che le sono in carico. Il tutto per l’ovvio obiettivo di tenere sotto controllo in modo rigidissimo la spesa delle Ulss, gli acquisti, l’erogazione delle prestazioni. Il direttore generale dell’azienda zero avrà un potere enorme”. I democratici avanzano anche dubbi di legittimità sull’azienda zero così configurata. E si chiedono: “E’ davvero lo strumento giusto? Chi farà le delibere di giunta, visto che il dipartimento sociosanitario scomparirà, totalmente assorbito dall’Azienda zero?”
La scheda. Cosa prevede il progetto di legge 23. Molte funzioni centralizzate nella Super Usl. E un’azienda sanitaria per provincia
Il progetto di legge n. 23 prevede, oltre la riduzione delle Ulss, la creazione di una Azienda Zero. “La decisione dì creare un nuovo ente denominato Azienda Zero – ha spiegato l’assessore alla Sanità, Luca Coletto, illustrando il progetto di legge alla commissione prima della pausa estiva – risponde alla volontà di unificare e centralizzare in capo ad un solo soggetto le funzioni dì programmazione, di attuazione sanitaria e socio-sanitaria, nonché di coordinamento e governance del Ssr, riconducendo a esso le attività di gestione tecnico-amministrativa su scala regionale”.
Nel progetto si prevede un’azienda che gestisca tra l’altro la governance degli acquisti, la formazione del personale, l’accreditamento delle strutture, il monitoraggio dei costi standard attraverso un accentramento che secondo Coletto “significa risparmio e velocità, lasciando le Ulss libere di occuparsi al meglio dell’organizzazione delle prestazioni e dei servizi ai cittadini”.
Proprio in questa visione si innesta la riduzione dalle attuali 21 Aziende Ulss a solo 7 Aziende Ulss (articolo 16 del Pdl), mentre “in considerazione delle loro peculiari caratteristiche restano confermate eccellenze della nostra Regione quali l’Azienda Ospedaliera di Padova, l’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona e l’Istituto Oncologico Veneto”. “La nuova suddivisione territoriale – ha aggiunto l’assessore – individua 7 Ulss, quale risultato dell’accorpamento delle 21 Aziende oggi vigenti, cui è stata attribuita una nuova denominazione che stacca completamente dalle precedenti proprio per far emergere la volontà che da oggi tutto deve cambiare: Dolomitica, Marca Trevigiana, Serenissima, Polesana, Euganea, Berica, Scaligera: denominazioni che ricordano la specificità di tutto il territorio veneto”.
PROGETTO DI LEGGE N. 23 – “ISTITUZIONE DELL’ENTE DI GOVERNANCE DELLA SANITÀ REGIONALE VENETA DENOMINATO ‘AZIENDA PER IL GOVERNO DELLA SANITÀ DELLA REGIONE DEL VENETO – AZIENDA ZERO’. DISPOSIZIONI PER LA INDIVIDUAZIONE DEI NUOVI AMBITI TERRITORIALI DELLE AZIENDE ULSS” – presentata alla presidenza del Consiglio il 26 giugno 2015 – proposta di legge del consigliere Luca Zaia
25 agosto 2015