II medico di base lo manda in ospedale con un’impegnativa «urgente», però al pronto soccorso poi gli chiedono di pagare il ticket.
Giuliano Amistà, padovano di 61 anni residente in via Boiardo, non ci sta. E promette battaglia all’Azienda Ospedaliera. «Lunedì pomeriggio mio marito si è recato dal suo medico per una brutta ciste sulla schiena, piena di pus e pure dolorosa – racconta la moglie del malcapitato – II medico lo ha spedito urgentemente al pronto soccorso, con l’apposita richiesta in cui si segnalava l’emergenza del caso. Eravamo preoccupati, anche perchè anni fa per una cosa simile aveva rischiato la setticemia». Arrivato in ospedale, Amistà è stato operato alla ciste e la ferita è stata cicatrizzata. «All’uscita del pronto soccorso – continua la donna – gli è stato chiesto di pagare il ticket di 25 euro. Non hanno voluto sentire ragioni: secondo loro quello era un “codice bianco” e il medico di base aveva esagerato nel considerarla un’urgenza. Dovevamo pagare». Ovviamente il sessantunenne si è opposto e ieri ha fatto tappa nell’ufficio dell’Azienda a tutela dei diritti dei malati, dove ha avviato la pratica per richiedere l’annullamento del ticket. «Noi semplici cittadini non possiamo conoscere la gravità di un caso – chiude la signora Amistà – e per questo ci affidiamo ai medici di base. Se qualcosa in questo meccanismo non funziona, però, non possiamo essere noi a rimetterci. Non siamo gente che va in ospedale facilmente, e dispiace che dall’altra parte non ci sia stata la sensibilità per comprenderlo.
Mattino Padova di giovedì 6 ottobre 2011