E’ pubblicato il report finale della Commissione Europea (DgSante) dell’audit svolto in Italia, a marzo del 2022: “le Regioni interessate da focolai di influenza aviaria ad alta patogenicità non hanno avuto una adeguata “preparedness”.
E’ pubblicato il report della Commissione Europea (DgSante) dell’audit svolto in Italia, a marzo del 2022, sul controllo dei focolai di influenza aviaria ad alta patogenicità nel periodo 2021-2022. L’obiettivo degli ispettori europei era di valutare l’applicazione delle misure da parte delle autorità competenti.
L’audit si era concentrato su tre aspetti:
– l’effettiva applicazione delle misure previste nella popolazione avicola interessata dall’epizoozia;
– l’effettiva attuazione del piano di controllo della malattia;
– il rispetto delle norme di polizia sanitaria nel commercio intracomunitario di partite di pollame vivo, pulcini di un giorno e uova da cova.
Durante l’epizoozia, le autorità competenti hanno gestito adeguatamente i rischi di trasmissione del malattia verso altri Stati membri attraverso il commercio intra-UE. Al contrario, il controllo dell’epizoozia non ha funzionato altrettanto efficacemente. Il report conclude che “le autorità italiane competenti non hanno ancora affrontato in modo soddisfacente alcune importanti carenze strutturali e organizzative“. Tali carenze “hanno minato la capacità del sistema di preparedness alle emergenze sanitarie degli animali, in particolare in Veneto e Lombardia“. Ne ha risentito la capacità di risposta, rapida ed efficace, all’epizoozia HPAI 2021-2022.
Le stesse carenze erano già state evidenziate dalla Commissione nei precedenti audit (2015 e 2019) con richiesta di urgente risoluzione. “Il ritardo nell’affrontare quelle carenze, in particolare nel Veneto, ha avuto gravi conseguenze” riportano gli ispettori.
Veneto e Lombardia
Le aree del Veneto e della Lombardia – gravemente colpite dall’epizoozia del 2021-2022 – presentano un alto rischio stagionale di introduzione di HPAI attraverso gli uccelli selvatici migratori. In quei territori, il settore produttivo avicolo è esposto ad altri fattori di “rischio intrinseco” che possono facilitare la rapida diffusione della malattia (ad esempio, l’alta densità di stabilimenti avicoli e una fitta rete di contatti intensi, diretti e indiretti). Le autorità competenti “hanno compiuto notevoli sforzi per ultimi anni, compresa l’intensificazione dei controlli ufficiali, per aumentare i livelli di consapevolezza e di rispetto delle norme nazionali sulla biosicurezza negli stabilimenti avicoli, ma la loro efficacia rimane discutibile“.
Selvatici e biosicurezza
La sorveglianza negli uccelli selvatici non è stata efficace nel rilevare tempestivamente la circolazione del virus HPAI – afferma la Commissione, ravvisando ritardi nel rafforzamento della biosicurezza per impedirne l’introduzione nella popolazione avicola, dove la sorveglianza funziona meglio e la malattia è solitamente confermata rapidamente. Nonostante l’esperienza e i punti di forza del sistema di controllo delle malattie in quelle aree (ad esempio, funzionari e produttori esperti, disponibilità di un’ottima competenza di laboratorio, ispezioni frequenti negli stabilimenti avicoli), le carenze esistenti hanno favorito il rapido peggioramento dell’epizoozia.
Depopolamento e abbattimento
In aggiunta, la Commissione rileva una limitata capacità di applicare rapidamente misure di depopolamento degli animali negli stabilimenti e di utilizzare l’abbattimento preventivo per ridurre la pressione infettiva e la densità degli animali suscettibili nelle zone colpite, in particolare in Veneto. Tutto questo ha favorito la diffusione della malattia e ne ha ritardato il controllo. Anzi, secondo il report, depopolamento e abbattimento sono state le criticità che hanno maggiormente inficiato il controllo della diffusione della malattia. La Commissione cita anche la carenza di personale preposto ad indagini epidemiologiche tempestive e carenze negli interventi di smaltimento rapido delle carcasse e del materiale contaminato.
Valutazione epidemiologica
Le attività di controllo delle autorità competenti e del Centro nazionale di controllo delle malattie sono diventate più efficaci solo dopo la forte riduzione della densità di pollame nelle principali aree colpite a causa dei numerosi focolai di malattie e della politica di stabilimenti vuoti non interessati. Fin dall’inizio, il centro nazionale per il controllo delle malattie non ha valutato la situazione epidemiologica con l’adeguatezza necessaria ad intervenire con tempestività, conclude la Commissione.
Le risposte dell’Italia
La Commissione accompagna l’audit con una serie di raccomandazioni, elencate in un file pubblico. Non appena ricevute, il file riporterà le risposte delle autorità competenti italiane. La Direzione generale della salute (DgSante) invita a ritornare sulla pagina periodicamente per consultarle.
FINAL REPORT DG SANTE APPLICATION OF MEASURES FOR THE CONTROL OF AVIAN IN ITALY
Competent Authority’s response to the recommendations has been received