Dopo l’allerta Efsa del 30 settembre scorso, che nel report “Avian influenza overview May-August 2020”, in seguito alla conferma dei focolai di influenza aviaria Hpai nella Russia occidentale e in Kazakhstan, raccomanda a tutti gli Stati membri di intensificare le misure di sorveglianza e di biosicurezza per evitare possibili nuovi focolai nei prossimi mesi del 2020, anche l’Italia, con una Circolare del 2 ottobre ai Servizi veterinari del ministero della Salute, dispone un rafforzamento di tali misure sul territorio nazionale.
Le disposizioni, firmate del segretario generale Giuseppe Ruocco, prevedono:
- il rafforzamento dell’applicazione delle misure di biosicurezza di cui all’Ordinanza 26 agosto 2005 e successive modifiche, con particolare attenzione agli allevamenti situati nelle zone a rischio e a elevata densità avicola;
- il rilevamento precoce dei casi sospetti Hpai (tutti i casi sospetti di influenza aviaria devono essere precocemente rilevati e segnalati alle autorità sanitarie competenti, facendo riferimento in particolare ad aumento della mortalità, cali di produzione, variazioni nel consumo di acqua e mangime);
- misure di gestione tese a evitare il più possibile il contatto diretto tra uccelli acquatici selvatici e il pollame, tra cui la detenzione al chiuso del pollame e dei volatili in cattività degli allevamenti all’aperto, durante i periodi ritenuti a rischio, nelle aree individuate a rischio di introduzione e diffusione indicate nell’Accordo Stato-Regioni 25 luglio 2019, rep. 125, Zone A e B di cui alla nota Dgsaf prot. 29049 del 20 novembre 2019 e successive modifiche;
- una campagna di informazione e rafforzamento delle attività di sorveglianza passiva, allertando tutte le Autorità veterinarie, sanitarie e deputate alla vigilanza sulla fauna selvatica del proprio territorio di competenza del probabile rischio di introduzione del virus.
L’allerta è la conseguenza dei focolai di influenza aviaria ad alta patogenicità (Hpai) negli uccelli selvatici e domestici confermati, da maggio ad agosto, nella Russia occidentale e in Kazakhstan, territori coinvolti dalle rotte migratorie dell’avifauna selvatica verso l’Europa.
Quando l’Hpai è stato rilevato nella stessa area della Russia durante i mesi estivi del 2005 e del 2016, si evidenzia nella circolare, si sono verificate epidemie nell’Europa settentrionale e orientale ed è verosimile che la medesima situazione epidemiologica potrebbe ripetersi quest’anno e l’infezione diffondersi in Europa durante l’autunno e l’inverno.
(testo raccolto a cura della redazione del Sivemp Veneto)