Con nota dell’8 marzo il Direttore regionale Prevenzione, Sicurezza alimentare e Veterinaria, dottoressa Francesca Russo, ha trasmesso alle Ulss, ad Azienda zero e all’Istituto zooprofilattico delle Venezie informazioni e indicazioni in merito all’epidemia di influenza aviaria H5N1 ad alta patogenicità in corso. In allegato alla nota la Circolare del Ministero della Salute del 7 marzo 2023 con la situazione epidemiologica a livello nazionale e un aggiornamento dell’Izsve sulla situazione epidemiologica regionale.
Sorveglianza dei soggetti esposti
Il Sisp in collaborazione con Spisal e Servizi veterinari dovrà acquisire l’elenco dei soggetti esposti (allevatori, addetti all’allevamento e al trasporto di animali vivi, macellatori, vaccinatori e veterinari pubblici e liberi professionisti). A tutti i soggetti esposti andranno fornire le informazioni previste per la sorveglianza sanitaria, andrà eseguito il test molecolare a 5-7 giorni dall’esposizione se asintomatici o all’esordio della sintomatologia, e andrà eseguito il test sierologico a distanza di 21-30 giorni dall’esposizione.
La Direzione prevenzione raccomanda la vaccinazione antinfluenzale nei soggetti esposti onde prevenire fenomeni di ricombinazione genetica tra il virus stagionale umano e il virus dell’influenza aviaria e la diffusione delle informazioni utili sulla patologia ai medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e pronto soccorso per eseguire tempestivamente il test diagnostico in presenza dei sintomi.
Situazione epidemiologica in Regione Veneto
Nelle ultime settimane si sono riscontrate. numerose positività al virus H5N1 Hpai in particolare nella zona del lago di Garda. Ad oggi sono stati notificati nell’avifauna 26 focolai per un totale di 50 gabbiani comuni. Ma il dato è senz’altro sottostimato in quanto molte carcasse vengono smaltite velocemente e non portate ai laboratori diagnostici.
E’ necessario, scrive l’Izsve, estendere la sorveglianza a tutti i carnivori selvatici nelle aree in cui sta circolando il virus e nei Cras che potrebbero ospitare casi di positività.
Il 7 marzo è stato notificato il primo caso di positività nel pollame in un allevamento di tacchini da carne del comune doi Sorgà. Il focolaio è stato prontamente estinto e tutti gli animali sono stati abbattuti. E’ provabile che il virus responsabile di questo focolaio sia lo stesso alla base della moria dei gabbiani.
Il rischio è stato valutato “basso” per la popolazione e “medio-basso” per le persone esposte, operatori dei Cras, allevatori, veterinari e cacciatori
La Circolare del Minsalute
L’aviaria nel mondo, in Europa e in Italia: dal Ministero della Salute è stato diffuso un documento che ne analizza l’evoluzione. Con un focus particolare sui gabbiani comuni per cui viene consigliato, in caso di sintomatologia sospetta, il ricovero in strutture ad hoc e non – come invece accade adesso – nei CRAS. Altro accorgimento consigliato dalla circolare è quello di monitorare anche le specie carnivore, domestiche e selvatiche. Il riferimento è per esempio a cani e gatti presenti negli allevamenti avicoli qualora venissero confermati casi di HPAI. Inoltre, viene sottolineato che il CRNIA dell’IZS delle Venezie ritiene opportuno che sui gabbiani con sintomatologia, tale da non compromettere la vita dell’animale, debbano essere immediatamente eseguiti tamponi tracheali e cloacali. Il documento, dopo aver elencato le rilevazioni avvenute nel mondo, avere sottolineato che il clade cambogiano è diverso da quello diffuso in Europa, e aver notato che nel vecchio Continente non sono stati segnalati casi nell’uomo, consiglia comunque l’adozione delle dovute misure di biosicurezza, ampiamente dettagliate nel testo.
a cura della redazione del Sivemp Veneto
9 marzo 2023