“L’attuale epidemia di influenza aviaria dimostra, se ancora non fosse stato chiaro dopo la pandemia da SarsCoV2, che la salute umana dipende direttamente dalla salute animale e dall’equilibrio climatico del pianeta”. Ecco perché “sottovalutare il lavoro dei servizi veterinari e depotenziare gli organici, come è accaduto negli anni scorsi, è un errore fatale che potrebbe costare carissimo”. A dirlo è Aldo Grasselli, segretario nazionale della SIVeMP (Sindacato Italiano Veterinari di Medicina Pubblica), commentando i dati dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare e del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, che mostrano come la stagione di influenza aviaria 2021-2022 sia stata la peggiore mai vista in Europa.
“Con l’inizio della migrazione autunnale e l’aumento del numero di volatili selvatici che svernano in Europa – spiega Grasselli – è probabile che l’influenza si manifesti severamente negli allevamenti di avicoli italiani. In particolare è sempre più evidente l’importanza di servizi veterinari con organici adeguati specialmente nelle regioni quali il Veneto e l’Emilia Romagna, dove l’allenamento avicolo è una componente rilevante del Pil regionale”.
Per il segretario nazionale della SIVeMP è dunque necessario “un costante e capillare monitoraggio della fauna” per “proteggere gli allevamenti nazionali, il personale che vi lavora e i veterinari che prestano i loro servizi alla zootecnia e alla sanità pubblica”. In particolare, secondo Grasselli la sanità animale del Servizio sanitario nazionale dovrà intensificare il controllo dello stato di salute degli animali selvatici, “che sono le sentinelle che possono indicarci i pericoli che dovremo affrontare”.
“Le epidemie animali zoonotiche — conclude il segretario nazionale della SIVeMP — hanno il brutto vizio di dirci quanto siano state infettive e gravi solo dopo che hanno fatto la loro completa evoluzione. Agire secondo il principio di precauzione significa essere pronti ad affrontare forme altamente contagiose e gravi. Altrimenti non ci possiamo dire preparati”.
fonte Ansa
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