Avicoltura, si riaprono gli accasamenti degli animali negli allevamenti situati in buona parte del Veronese. Con due provvedimenti assunti nel giro di pochi giorni dalle autorità regionali, infatti, questa settimana sono state fatte decadere molte delle misure di prevenzione della diffusione del virus dell’influenza aviaria che erano state stabilite in seguito alla scoperta, avvenuta nei mesi scorsi, di due focolai di contagio nel Veronese. Martedì scorso, infatti è terminata l’efficacia delle zone di protezione e sorveglianza che erano state istituite in seguito alla conferma, avvenuta a fine marzo, che il virus si era manifestato in un allevamento di tacchini di Cazzano di Tramigna. Già allora, in seguito a quell’evento, erano stati adottati provvedimenti restrittivi straordinari, compreso il divieto di accasamento in tutta l’area della provincia veronese posta al di sotto dell’autostrada Milano-Venezia, in vari comuni dell’Est posti al di sopra di tale linea ed in alcune zone del Vicentino.
Queste limitazioni sono di fatto rimaste vigenti sino ai giorni scorso anche se con caratteristiche e deroghe che sono più volte cambiate in seguito all’evolversi della situazione. In particolare, le maglie si erano uteriormente ristrette quando, verso metà aprile, era emersa la presenza di un nuovo caso di contagio a San Bonifacio. La situazione aveva destato notevole preoccupazione, visto che poprio l’area della pianura veronese è quella con la più alta densità di allevamenti d’Italia. D’altronde, quello veronese è il territorio più importante dell’intera nazione per quanto riguarda l’avicoltura. «Giovedì 4 maggio sono stati liberati gli accasamenti nella zona di ulteriore restrizione che era stata istituita in seguito al focolaio di San Bonifacio e, se non ci saranno novità al momento impreviste, sabato prossimo decadranno anche le misure restrittive che riguardano l’area che circonda per 10 chilometri l’allevamento vittima di quest’ultimo contagio», afferma Fabrizio Cestaro, responsabile del servizio veterinario dell’Ulss 9 Scaligera.
Un ulteriore segnale positivo, inoltre è stato fornito dalla decisione presa dal ministero della Salute di consentire che tornino a essere autorizzate mostre e mercati in cui ci sono concentrazioni di pennuti. Per quanto continuino ad essere applicate in forma sistematica le misure di biosicurezza e ad essere in atto piani di controllo particolarmente stringenti, quindi, la situazione sta ritornando verso la normalità. «Questo non significa, comunque, che sia stata abbassata la guardia», commenta Cestaro. «Infatti», sottolinea, «continuano a essere forti l’impegno e l’attenzione sia della filiera produttiva sia delle istituzioni»
L’Arena – 9 maggio 2017