Per la FAO non ci sarebbe nessuna prova che i pazienti umani che hanno contratto il virus dell’influenza aviaria del ceppo H7N9 possano trasmettere il virus agli animali, uccelli compresi. Lo sostiene in una nota la FAO, dopo aver analizzato il primo caso di influenza H7N9 contratto da un uomo in Malesia.
Il paziente contagiato dal virus era originario della provincia di Guangdong, una delle province cinesi più colpite dal virus A quest’anno, ma si pensa che abbia contratto l’infezione durante un viaggio in Malesia, dove è stato ricoverato in ospedale. “Questo caso non è una sorpresa e non deve essere un motivo di maggior preoccupazione – fanno sapere dall’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura delle Nazioni Unite – ma dovrebbe ricordare al mondo intero di rimanere vigili”. “Le persone contagiate dall’influenza A del ceppo H7N9 non costituiscono alcuna minaccia per gli animali”, ha sottolineato il Direttore del dipartimento di Veterinaria della Fao, Juan Lubroth. “Di fatto non abbiamo alcuna prova che le persone colpite potrebbero trasmettere il virus agli animali”, aggiunge Lubroth. La FAO esorta comunque i paesi ad adottare tutte le precauzioni per evitare il contagio del virus e in particolare di “intervenire sopratutto sorvegliando i punti critici di ingresso dei paesi, dove si potrebbe verificare il commercio di pollame vivo, diretto o indiretto con le aree infette”. Con l’apporto dell’ente statunitense per lo sviluppo internazionale, USAID, la FAO intanto sta già assistendo una serie di Paesi a prepararsi a una potenziale arrivo del virus H7N9.
Ansa – 20 febbraio 2014