La nuova influenza aviaria causata dal virus H7N9 che ha ucciso trentasei persone in Cina ha sviluppato resistenza ai farmaci antivirali comunemente usati. Il virus H7N9 ha mostrato su tre pazienti una resistenza ai comuni antivirali, tra cui anche il Tamiflu. A lanciare l’allarme sono ricercatori cinesi in un rapporto anticipato online dalla rivista specializzata Lancet. Ciò che preoccupa gli esperti è in particolare il fatto che la mutazione sia apparsa così velocemente: «L’apparente facilità con cui la trasformazione è avvenuta per il virus H7N9 divenuto resistente agli antivirali è causa di preoccupazione – ha detto Zenghong Yuang del Centro clinico di salute pubblica di Shangai – l’evoluzione del virus va monitorata continuamente e ciò va considerato nei piani per la risposta ad una possibile futura pandemia».
Ma stando a uno studio pubblicato sulla rivista Science il virus H7N9 non rischia, almeno per il momento, di scatenare una pandemia di influenza aviaria
Lunedì le autorità cinesi hanno reso noto che per la seconda settimana di fila non si sono registrati casi legati al nuovo tipo di influenza aviaria. Finora sono 130 le persone infettate in Cina dove si sono registrati 37 morti. Nell’ultima ricerca, gli scienziati hanno seguito da vicino 14 pazienti affetti dal virus H7N9, ammessi all’interno del Centro Clinico di Salute Pubblica di Shangai, tra il 4 e il 20 aprile. A tutti sono stati somministrati come antivirali o l’oseltamivir o il peramivir e 11 di loro hanno avuto un abbassamento della carica virale. Tre, invece hanno mantenuto un’alta carica virale, malgrado il trattamento e hanno avuto bisogno del supporto di macchine respiratorie. Due di loro sono morti, hanno dichiarato gli scienziati.
Gli antivirali ad oggi disponibili – quali tamiflu o relenza – non curano la malattia ma se presi nei primi giorni di una influenza solitamente ne riducono la virulenza e i sintomi.
Influenza aviaria, il virus H7N9 non è a rischio pandemia. Le rassicurazioni da uno studio su Science
Il virus H7N9 non rischia, almeno per il momento, di scatenare una pandemia di influenza aviaria. Le rassicurazioni arrivano da uno studio pubblicato dagli esperti dei Centri cinesi per il controllo delle malattie e delle Università di Shantou (Cina), Hong Kong e Toronto sulla rivistaScience, secondo cui il microbo non solo non riesce a trasmettersi attraverso le particelle di saliva sospese nell’aria, ma probabilmente non è nemmeno in grado di passare da un uomo ad un altro.
Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori hanno analizzato la trasmissione del virus H7N9 in modelli animali da tempo utilizzati per lo studio dell’influenza umana, come furetti e maiali. I dati raccolti hanno svelato che nei furetti il microbo si trasmette bene attraverso il contatto diretto fra gli animali, mentre è più difficile che avvenga il contagio per via aerea. Il fatto, invece, che non riesca a trasmettersi da un maiale all’altro rende poco probabile che riesca a farlo da uomo a uomo. Per tutte queste ragioni attualmente la popolazione mondiale non corre il rischio di avere a che fare con una pandemia. Nonostante ciò, secondo gli esperti è necessario continuare a monitorare la diffusione del virus, che, avendo tempi di incubazione piuttosto lunghi, impiega diverso tempo prima di scatenare i sintomi dell’infezione e che quindi, qualora acquisisse la capacità di trasmettersi da una persona ad un’altra, potrebbe contagiare molti individui prima che ci si renda conto della sua presenza.
Nuovo coronavirus. In Francia la prima vittima europea
Il 65enne era stato ricoverato in prognosi riservata nell’ospedale di Lille lo scorso 23 aprile. Avrebbe contratto la malattia nel corso di un viaggio a Dubai. Il decesso è stato reso noto dalla Direzione Generale della Sanità francese.
Il nuovo coronavirus oggi ha mietuto prima vittima europea. Un uomo francese di 65 anni, già ricoverato lo scorso 23 aprile nell’ospedale di Lille in prognosi riservata, è deceduto oggi. La ha reso noto la Direzione Generale della Sanità francese. La contaminazione era stata confermata dal ministero della Sanità lo scorso 8 maggio. Il 65enne avrebbe contratto il virus durante un viaggio a Dubai.
L’unico altro infettato in Francia è ora un uomo che aveva condiviso la stanza d’ospedale con la vittima.
Il Sole 24 Ore, Agi, Quotidiano sanità – 29 maggio 2013