Salgono le vittime e i contagiati per la nuova influenza aviaria H7N9. Secondo l’agenzia Nuova Cina solo ieri sono stati individuati un nuovo caso a Shanghai e quattro nella provincia dello Zhejiang, sempre nella parte orientale della Cina. E una persona è morta a Shanghai. Al momento, secondo il nuovo bilancio, sono 83 le persone contagiate in Cina, principalmente nella parte orientale, comprese 17 vittime. E’ invisibile al sistema immunitario e potenzialmente in grado di trasmettersi ai mammiferi: il virus dell’influenza aviaria H7N9 è ancora un puzzle per il mondo scientifico. Diffuso a macchia di leopardo in un’area molto vasta, ma silenzioso e sfuggente, il nuovo virus capace di infettare volatili e uomini emerso in Cina è una vera sfida, che ricercatori di tutto il mondo stanno cercando di assediare da più fronti.
Il contagio di tre membri di una stessa famiglia, a Shanghai, solleva il timore che, in Cina, sia cominciata la trasmissione da-uomo-a-uomo del nuovo ceppo di influenza aviaria. Le autorita’ sanitarie stanno esaminando vari nuclei familiari di persone contagiate dal virus H7N9, che ha gia’ ucciso 17 persone. ‘Sono in corso analisi per capire se il fatto che ci siano tre contagi in una stessa famiglia implica una trasmissione del virus tra le persone’, ha detto Feng Zijian, direttore del reparto emergenze al Centro per la prevenzione e il controllo delle Malattie. Il numero di persone contagiate e’ a 83, ma -secondo Pechino- potrebbe aumentare. Le autorita’ hanno macellato migliaia di uccelli e chiuso alcuni mercati di pollame per rallentare il contagio .
All’insegna della collaborazione, dal 31 marzo scorso la sequenza genetica del virus è a disposizione della comunità scientifica di tutto il mondo, dopo che e’ stata depositata nella banca dati Gisaid (Global Initiative on Sharing All Influenza Data).
Chiamato H7N9/A/Shanghai/1/2013 e isolato il 31 marzo scorso nei Centri cinesi per il Controllo delle Malattie, il virus H7N9 è «invisibile al sistema immunitario, proprio come gli aerei stealth sono progettati per sfuggire ai radar nemici», affermano gli esperti dell’azienda americana EpiVax, che ha studiato la struttura del virus con gli strumenti della bioinformatica.
La chiave che rende il virus invisibile è in una delle due proteine fondamentali comuni a tutti i virus influenzali, chiamata emoagglutinina, la cui superficie è piuttosto povera di elementi riconoscibili al sistema immunitario. Se questi elementi mancano, il virus riesce a trasmettersi più facilmente. Considerando questa capacità di sfuggire alle difese immunitarie, mettere a punto un vaccino potrebbe essere più difficile del previsto, così come i test per la diagnosi.
Avvenuto il ‘salto’ dai volatili all’uomo, quello che si teme è adesso il passo successivo: la capacità di trasmettersi da uomo a uomo. ”Una volta acquisita la capacità di trasmettersi da uomo a uomo, il virus H7N9 potrebbe espandersi rapidamente su una scala globale”, osservano gli esperti della EpiVax.
Il livello di attenzione è alto, soprattutto dopo la pubblicazione dei primi dati che indicano la potenziale capacità del virus H7N9 di trasmettersi nei mammiferi. Lo studio, pubblicata sulla rivista Eurosurveillance, è stato condotto dall’università di ToKyo e dall’Istituto giapponese per lo studio delle malattie infettive. Il virus, scrivono gli esperti, ha ”caratteristiche tipiche dei virus influenzali che colpiscono i mammiferi, che potrebbero contribuire alla loro capacita’ di infettare gli esseri umani e aumentare cosi’ il suo potenziale pandemico”. (ansa)
Galli (ospedale Sacco): «Nell’uomo si può ridurre la letalità con la diagnosi precoce e cominciando subito il trattamento»
In Cina altre tre persone sono morte per la nuova variante del virus dell’influenza aviaria, portando a 17 il totale dei decessi da H7N9, mentre il governo avverte che il numero di contagiati potrebbe aumentare. Le ultime vittime erano di Shanghai, dove è concentrata la maggioranza dei 82 casi. La fonte del contagio resta sconosciuta e finora non si è verificato il passaggio diretto del virus tra esseri umani. In alcuni mercati avicoli che restano nel mirino dell’indagine di Cina e Fao una serie di uccelli sono risultati positivi. Secondo un’analisi dell’agenzia Reuters, basata sulle notizie diffuse dai media cinesi, solo 10 delle 82 persone contagiate sono state a contatto col pollame. L’epidemia di aviaria ha provocato un brusco calo nel consumo di pollo: il settore ha perso oltre un miliardo di euro in due settimane. Le autorità hanno ordinato la macellazione di migliaia di uccelli e la chiusura di mercati di pollame vivo sia a Shanghai che a Pechino. Una missione di esperti dell’Organizzazione mondiale della Sanità sarà in Cina nei prossimi giorni per fare il punto della situazione.
Il nuovo sottotipo di virus dell’influenza A è il prodotto di un riassortimento genetico di virus di ospiti diversi. «In un rapporto scientifico pubblicato in questi giorni sul New England Journal of Medicine Gao e collaboratori hanno descritto la storia clinica di tre pazienti, due di Shangai e uno di Anhui, e le sequenze genetiche del virus che li ha uccisi – spiega Massimo Galli, professore di Malattie Infettive all’Università degli Studi di Milano e direttore della Terza Divisione di Malattie Infettive all’ospedale Luigi Sacco -. Ne è emerso che uno dei ceppi isolati a Shangai era diverso dagli altri due, che invece, seppur isolati in persone residenti a più di 400 chilometri di distanza, sono risultati simili; che degli otto segmenti in cui è diviso il genoma del virus, sei sono quasi identici a quelli di un ceppo H9N2 isolato nell’area di Pechino in un uccellino migratore, la peppola (Fringilla montifringilla) presente nell’intera Eurasia; che dei restanti due segmenti quello che codifica per l’emagglutinina (in questo caso, ovviamente, un H7) presenta una discreta affinità con quello di un virus H7N3 isolato in anatre domestiche nella provincia cinese dello Zhejiang nel 2011 , mentre meno certa è la provenienza del segmento N, in questo caso un N9, che somiglia a quello di un virus H7N9 isolato nel 2011 in uccelli selvatici in Corea. La sequenza del segmento N dei ceppi isolati nei tre sfortunati pazienti è però molto divergente da quella di questo ceppo “coreano”, e quindi potrebbe avere diversa origine».
Un gruppo giapponese, che ha pubblicato uno studio sulle stesse sequenze virali (Kageyama et al. Eurosurveillance), rileva una “somiglianza” del 96% di questo N9 con quello di un H11N9 a bassa patogenicità isolato nel 2010 nella Repubblica Ceca. «Il virus trasmesso all’uomo appare quindi come un prodotto di un riassortimento di geni di virus esclusivamente aviari (non sembra, in altre parole, che ci siano altri mammiferi di mezzo) – prosegue Galli – e almeno due virus dello stesso nuovo sottotipo, ma già in parte diversi tra loro, sono stati causa di infezioni umane più o meno contemporanee nello stesso distretto di Shangai. Tutti e tre gli isolati sono privi, nella sequenza del gene dell’emagglutinina, delle caratteristiche che possono conferire un’elevata patogenicità, il che fa si che l’infezione con questo sottotipo virale sia negli uccelli asintomatica o comunque benigna, rendendo così difficile tracciare gli spostamenti del virus e adottare tempestive misure di contenimento. L’emagglutinina di questo virus potrebbe essere inoltre particolarmente adatta per l’adesione alle cellule polmonari umane. Un’altra caratteristica in un’altra proteina virale (la sostituzione E627K in PB2) è associata alla facilitazione all’adattamento ai mammiferi. I tre pazienti sono stati trattati in ritardo, e questo contribuisce a spiegare la scarsa efficacia in loro del trattamento con oseltamivir, al quale il nuovo H7N9 risulta comunque sensibile. Il riconoscimento tempestivo e l’immediato trattamento degli infettati potrebbe in futuro ridurre la letalità dell’infezione». (corriere.it)
Aviaria, la Francia invierà esperti in Cina su richiesta dell’Oms. Per l’industria avicola perdite da 1,2 miliardi di euro
Il Centro internazionale in ricerca agronomica per lo sviluppo (Cirad), con sede a Montpellier, invierà degli esperti in Cina su richiesta delle Nazioni Unite per cercare di «comprendere» il virus H7N9 dell’influenza aviaria che ha già provocato sedici morti.
Tra i cinque e i dieci esperti partiranno per l’Asia nel più breve tempo possibile, su richiesta dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) e dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), ha precisato una portavoce del Cirad. Alcuni appoggeranno il lavoro già effettuato dai laboratori cinesi e internazionali, altri sono stati invitati a tenere corsi di formazione per la valutazione del rischio o dell’epidemiologia sul terreno. A Montpellier, i ricercatori del Cirad lavoreranno inoltre alla realizzazione di un vaccino per gli uccelli.
Sale allarme in Cina, perdite dell’industria avicola per 1,2 miliardi di euro
Intanto tra la popolazione l’allarme cresce e con esso aumentano le perdite economiche dell’industria avicola cinese che nelle ultime settimane ha perso 10 miliardi di yuan (circa 1,2 miliardi di euro). E dalla stampa arriva l’esortazione a consumare carne di pollo nonostante il virus. In particolare il Global Times ha affermato in un editoriale che «il popolo dovrebbe in qualche modo frenare la propria ansia per evitare che questa situazione divenga disastrosa per l’intera industria avicola», aggiungendo che non mangiare carne di pollo è «ingiusto nei confronti degli allevatori». Il quotidiano in lingua inglese costola del Peoplés Daily ha bollato la precauzione come segno di «un eccesso d’ansia» incoraggiando le persone a «dimostrare uno spirito collettivo che vada oltre l’individualismo». (Sole 24 Ore)
18 aprile 2013