Entrano i licenziamenti veloci dei dipendenti pubblici che timbrano falsi ingressi in ufficio ed esce il riordino delle Camere di commercio, rinviato a un prossimo Consiglio dei ministri a causa dell’istruttoria ancora in corso sugli esuberi che il taglio di questi enti lascerà sul campo. Il comunicato del consiglio dei ministri. Le slide
Il primo pacchetto attuativo della riforma della Pa (legge 124/2015, in Gazzetta dallo scorso agosto) ha iniziato ieri il suo percorso al termine di una riunione in notturna dei ministri a palazzo Chigi. Undici i provvedimenti approvati al primo esame e che ora si avviano ai pareri delle commissione parlamentari competenti. Tra i testi non manca la novità dell’ultima ora, con un decreto legislativo che anticipa la semplificazione annunciata della Scia, in attesa del provvedimento più ampio che individuerà le attività per le quali sarà prevista l’autorizzazione espressa.
In questo modo le misure di semplificazione procedurali si arricchiscono, con il via libera alla Conferenza dei servizi digitalizzata (da chiudere in 60 giorni con silenzio assenso delle amministrazioni coinvolte e il rappresentante unico per amministrazione) e il regolamento di delegificazione che dovrebbe consentire il dimezzamento dei termini per la concessione di autorizzazioni a grandi insediamenti produttivi con l’esercizio di poteri sostitutivi affidati al presidente del Consiglio.
Altra novità di ieri è arrivata sul testo unico di riordino delle società partecipate con la scelta, tra l’altro, di collocare al ministero dell’Economia l’unità di controllo sull’attuazione della transizione al nuovo assetto regolatorio che dovrebbe portare al taglio di almeno 2mila società nel primo anno di attuazione. Un testo unico che si lega all’altro sui servizi pubblici locali, che punta sull’aggregazione dei servizi su base distrettuale sotto la regia delle Regioni.
Confermato poi l’addio alla Forestale. Il Corpo verrà assorbito nell’Arma dei carabinieri. Il passaggio riguarda funzioni e personale, ad eccezione delle competenze anti-incendio, da attribuire al Corpo nazionale dei Vigili del fuoco. Si darà così vita a una nuova organizzazione, all’interno dei carabinieri. I forestali chiamati al passaggio sono circa 7mila, con piccoli contingenti riservati ai Vigili del fuoco, alla Polizia e alla Guardia di finanza. Chi vorrà potrà anche fare richiesta passare alla pubblica amministrazione mantenedo un contratto di impiego «senza divisa».
All’ultimo nel decreto sulla forestale è stata inserita anche la razionalizzazione delle funzioni di tutte le forze di polizia, con l’assegnazione a ciascuna di aree di specializzazione. Anche dal punto di vista territoriale, c’è una divisione delle competenze: per cui la polizia vigilerà sulle grandi aree mentre ai carabinieri è affidato il resto del territorio. Un articolo è poi riservato al numero unico per le emergenze, il 112. Il pacchetto Madia include un decreto sul riordino delle autorità portuali (scenderanno da 24 a 15).
C’è poi il capitolo digitale, con le norme di integrazione del Codice Cad. Tra i punti salienti il rafforzamento del ricorso ai pagamenti elettronici (si potranno anche usare le prepagate telefoniche) e il lancio del Pin unico, ovvero dell’identità digitale. C’è poi il potenziamento dei sistemi di sicurezza sul digitale. Internet avrà un ruolo anche nel decreto che semplifica il provvedimento Severino sulla trasparenza. Ecco che sui siti istituzionali le amministrazioni, a seconda delle attività svolte, dovranno pubblicare il tempo medio di attesa delle prestazioni sanitarie o i debiti accumulati. Ci sarà una semplificazione degli oneri burocratici, ad esempio il piano anticorruzione sarà più snello.
Soprattutto sarà liberalizzato il diritto di accesso agli archivi pubblici (il Freedom of information act), con il cittadino che avrà diritto a ricevere i dati richiesti senza obbligo di motivazione entro 30 giorni, altrimenti per l’amministrazione scattano le sanzioni dell’Anac.
Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e la ministra della Semplificazione e la Pa, Marianna Madia, illustreranno questa mattina in una conferenza stampa i contenuti dei decreti adotatti.
LICENZIAMENTO Sospensione senza stipendio per chi falsifica la presenza
Sospensione cautelare senza stipendio e contraddittorio entro 48 ore da quando viene accertata la falsa attestazione della presenza in servizio; e contestuale avvio del procedimento disciplinare, che dovrà concludersi entro 30 giorni.
La bozza di Dlgs con il primo giro di vite sul fronte disciplinare coinvolgerà i furbetti del cartellino, cioè chi attesta falsamente la presenza in servizio. La condotta della «falsa attestazione» sul luogo di lavoro rileverà anche davanti alla Corte dei conti, con l’introduzione, ed è una novità, dell’azione di responsabilità «per danno d’immagine» della Pa nei confronti del dipendente assenteista (che se condannato dai magistrati contabili dovrà corrispondere all’erario minimo sei mensilità di stipendio, oltre interessi e spese di giustizia).
La attestazione della presenza verrà accertata, dal dirigente o dall’Ufficio procedimenti disciplinari, in caso di flagranza o mediante strumenti di sorveglianza o di registrazione degli accessi.
RESPONSABILITÀ DIRIGENTI. Assenteisti, licenziabile il dirigente che non si attiva
Le nuove norme contro gli “assenteisti” contengono pure una stretta sul dirigente responsabile dell’ufficio del dipendente infedele. Il capo struttura o l’Ufficio procedimenti disciplinari dovranno sospendere immediatamente il “travet” entro 48 ore. Contestualmente dovranno avviare il procedimento disciplinare “accelerato”.
Le nuove norme prevedono che la mancata sospensione cautelare e la mancata attivazione del procedimento disciplinare tramite segnalazione all’Upd possono essere causa di licenziamento per lo stesso dirigente. Oggi i dirigenti hanno l’obbligo di attivare un procedimento disciplinare, dopo aver compiuto la valutazione del caso. Se non lo fanno, però, senza motivo fondato e ragionevole, al massimo sono soggetti a una sospensione fino a tre mesi e alla perdita della retribuzione di risultato. Oltre al rischio licenziamento, la bozza di Dlgs definisce l’inerzia del capo struttura espressamente come «omissione di atti di ufficio», richiamando una fattispecie penale.
DG SANITÀ Albo unico per i manager, più trasparenza nelle Asl
Al via l’albo unico nazionale dei direttori generali di Asl e ospedali. Il Governo promette trasparenza e meritocrazia per la nomina dei manager e per i direttori sanitari e amministrativi degli enti sanitari pubblici. Scattano nuove procedure di nomina, di valutazione e di decadenza con l’obiettivo di recidere il cordone ombelicale con i partiti. Sarà istituito un elenco unico nazionale per chi è in possesso dei requisiti, ma solo fino ai 65 anni, dopo una selezione pubblica per titoli. L’incarico arriverà dai governatori dopo un avviso pubblico locale e la valutazione di una speciale commissione che proporrà terna di candidati da cui sarà scelto il dg. La valutazione dei manager avverrà dopo 2 anni e riguarderà i risultati economico-finanziari, ma anche il bilancio di salute dell’ente, con la decadenza automatica anche per mala gestio, mancata trasparenza, violazione del principio di buon andamento e imparzialità della gestione. L’incarico del dg non sarà rinnovabile.
TRASPARENZA Nuovi obblighi sul web e accesso ai dati più facile
Nuova iniezione di trasparenza nella Pa con una serie di obblighi per tutte le amministrazioni, a cominciare dall’inserimento nei siti di informazioni su appalti, su tempi medi di attesa nella sanità, sulla tempestività dei pagamenti nei confronti delle imprese creditrici e sui risultati della valutazione. Massima trasparenza anche sui contenuti dei piani per la prevenzione della corruzione.
Per avvicinare ancora di più i cittadini alla Pa arriva anche il «Freedom of Information Act» (Foia) che consentirà a chiunque di chiedere un dato a qualsiasi amministrazione, senza bisogno di motivazioni (eccettuati i casi di segreto di divieto di divulgazione). La risposta dovrà arrivare entro 30 giorni altrimenti si incorre in sanzioni (competente è l’Anac). Previste anche procedure più semplici per l’iscrizione alla white list per gli appalti (gli elenchi dei soggetti non a rischio mafia) e la riduzione del 50% delle tariffe dovute agli operatori per le intercettazioni con una revisione della relativa disciplina.
FORESTALI In 7mila vanno all’Arma ma c’è l’incognita ricorsi
Mantenimento della sede e della retribuzione, in caso di ok all’entrata nell’Arma: era questa l’ipotesi normativa più accreditata nella definizione del testo entrato ieri a palazzo Chigi sul riordino delle forze di polizia. Una sorta di incentivo per frenare gli eventuali no di chi, tra i 7mila appartenenti al Corpo forestale, non voglia indossare la divisa della Benemerita. Non si può escludere che il testo alla fine preveda la messa in mobilità per i dipendenti che non accettano. Il decreto, poi, sancisce per legge le specialità – già esistenti – di Polizia di Stato e Arma. E, soprattutto, prevede una nuova dislocazione delle forze dell’ordine sul territorio secondo il criterio, di massima, di assegnare i poliziotti nei capoluoghi e i carabinieri in provincia. Ciò però non significa che l’Arma abbandonerà del tutto le città principali. Si profila anche una razionalizione dei centri di spesa, in modo da riunificare gli oneri per la manutenzione dei veicoli, la logistica, l’equipaggiamento e le mense.
Davide Colombo Il Sole 24 Ore – 21 gennaio 2016