Era già intervenuta, costringendo il governo a tagliare da 900 a 650 milioni il prelievo dai conti delle bollette in favore di Alitalia. Ma non ad avere la certezza che questi soldi saranno restituiti ai consumatori. Ecco perché l’Arera, l’Autorità di regolazione per Energia Reti e Ambiente, ieri è tornata a mostrare il “cartellino giallo” al governo: intimando — con una segnalazione a Palazzo Chigi e al Parlamento — di non reiterare per i prossimi anni la manovra contenuta nel decreto Crescita in via di conversione. In particolare laddove si prevede che la continuità industriale di Alitalia sia garantita dai fondi prelevati dalle bollette dell’elettricità «al fine di evitare ripercussioni negative su famiglie e imprese». Significa che per salvare l’ex compagnia di bandiera, in cerca di un acquirente e per il momento a carico dello Stato, si rischia un rincaro delle tariffe dell’energia. La manovra contenuta nel decreto Crescita era stata anticipata da Repubblica a fine aprile: per garantire agli aerei di Alitalia di continuare a volare, il governo ha deciso di sostenere finanziariamente la società utilizzando parte dei fondi che ogni mese vengono accantonati in bolletta: gestiti dalla Cassa per i servizi energetici, sono utilizzati per compensare eventuali scostamenti di prezzo dell’energia, restituendone una parte ai consumatori. Si tratta di una cifra tra 1,5 e 2 miliardi. Per l’Autorità il rischio di ripercussioni sui consumatori deriva dal fatto che nel caso di forti aumenti dell’energia potrebbero non esserci abbastanza soldi per compensare gli scostamenti di prezzo. Ecco perché nella segnalazione a governo e Parlamento è scritto che «sarebbe opportuno che la norma venga modificata nel corso dell’iter di conversione in legge del decreto, per assumere il carattere di straordinarietà (una tantum), con riferimento esclusivo all’anno 2019, introducendo un termine di restituzione». Al momento, non è previsto un termine entro il quale i fondi saranno restituiti ma si rimanda a quando Alitalia troverà un compratore. Il che potrebbe anche tramutarsi, in caso di un mancato salvataggio e nonostante le rassicurazioni di ieri del ministro Danilo Toninelli («le trattative vanno avanti»), in un prestito a fondo perduto.
Il caso è diventato politico. Il Pd ha votato contro il provvedimento, ieri alla Camera: «Il decreto Crescita, che si dovrebbe occupare dello sviluppo del Paese mette in conto agli italiani 650 milioni per Alitalia. Il governo, sapendo che non ci sarà nessuna operazione di mercato, nasconde tra le righe del provvedimento il salvataggio di Alitalia a spese degli italiani, senza designare un futuro industriale per la compagnia », hanno spiegato i deputati Gianluca Benamati e Sara Moretto.
Repubblica