«Un bilancio per i giovani». Dopo il presidente Luca Zaia, che martedì ha presentato in consiglio le linee guida del bilancio, e il Pd, c he ha annunciato una prima serie di emendamenti al Collegato, tocca al vice presidente (con delega al Bilancio) Gianluca Forcolin entrare nel dettaglio della manovra 2017, che lunedì tornerà in aula per una sessione fiume che durerà l’intera settimana (l’obiettivo della maggioranza è chiudere entro l’anno). «Si tratta di un bilancio che, nelle ristrettezze generali, mantiene comunque alta l’attenzione sui più giovani, confermando gli stanziamenti per il sociale, gli asili e le scuole materne paritari, gli istituti di formazione».
Della drastica riduzione della spesa libera, quella nella disponibilità degli assessori, ha già accennato Zaia: sono 928 milioni ma tolto il paga-debiti della sanità (73 milioni), le spese per gli enti e le società (78 milioni), le Province (40 milioni), i treni (19 milioni), il cofinanziamento dei fondi Ue (65 milioni), il referendum per l’autonomia (altri 12 milioni che si aggiungono ai 2 stanziati nel 2016), l’aumento della quota in Autovie (8 milioni), le scuole paritarie (31 milioni), la formazione (26 milioni), i forestali (21 milioni) più vari leasing e mutui, le spese per il personale e quelle di funzionamento, quel che resta nelle casse della giunta non è più di 51 milioni (la ripartizione, assessore per assessore, la potete leggere nella scheda a lato). Tra le scelte più importanti, oltre al referendum autonomista caro a Zaia, spiccano la decisione di accrescere il cofinanziamento dei fondi europei (erano 27 milioni per l’intero settennato 2007-2014) e aumentare di 4,7 milioni il budget per la ferrovia.
«Non ci potrà essere alcun assalto alla diligenza – chiosa Forcolin in vista della discussione in aula – perché i margini sono davvero stretti». Ciò non di meno, c’è un «fondo rischi e spese impreviste» da 11,5 milioni (8 quelli vincolati) da cui si potrebbe attingere per rimpolpare qualche voce. «La situazione sarebbe diversa se non avessimo deciso insieme al presidente Zaia di non applicare nuove tasse, che pure ci potrebbero fruttare 1,159 miliardi l’anno». Viene rinnovato l’impegno di ridurre enti e società inutili («Applicheremo la dieta Dukan» ha sorriso Zaia l’altro giorno) anche se questo fa venire il sospetto che poco si sia fatto, a dispetto degli annunci, negli anni passati, specie se oggi si scopre che «70% di queste società non serve ad altro che pagare gli stipendi dei suoi amministratori» (così Zaia). Spiega Forcolin: «È un percorso complicato, fissato dal codice civile, che in molti casi coinvolge altri soci. Ma continuiamo a lavorare, gli ultimi risultati sono la liquidazione di Svec e l’assorbimento da parte di Marco Polo Srl della Rocca di Monselice Srl».
Altro tema che ritorna, l’alienazione dei palazzi inutili. Qualcosa in questi anni si è venduto, ma si tratta di pochi appartamenti inseriti in permuta negli appalti per la costruzione dei bacini di laminazione. «Le perizie fatte negli anni scorsi sono sovrastimante di almeno il 20% – chiosa Forcolin – e questo non ci aiuta in una congiuntura di mercato già di per sé sfavorevole». Nel Collegato sono state quindi inserite delle norme che dovrebbero aiutare gli uffici a rivedere le perizie e snellire l’iter di dismissione di un patrimonio alienabile di 47 milioni, all’interno di un patrimonio disponibile (ma non alienabile) di 726 milioni. Saranno messi in vendita anche alcuni immobili delle Usl.
In chiusa, breve accenno all’indebitamento. Per il 2017 ammonterà a 40 milioni, equamente suddivisi tra nuove infrastrutture (da definirsi) e opere contro il rischio idrogeologico.
Marco Bonet – Il Corriere del Veneto – 9 dicembre 2016