E’ stata firmata oggi tra il governo e i rappresentanti di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna la pre intesa per la cosiddetta “autonomia differenziata”. Competenze dirette alla Regione su politiche per il lavoro, istruzione, salute, tutela dell’ambiente e dell’ecosistema. Risorse certe dalla compartecipazione ai tributi generati nel territorio regionale e dai costi standard. Durata decennale, con la possibilità di modifiche e inserimento di nuove competenze prima della presentazione del progetto di legge alle Camere da parte del futuro Governo.
Autonomia legislativa e amministrativa rinforzate per, fra le altre cose, definire l’offerta di istruzione regionale, organici compresi, potenziare l’istruzione tecnica, gestire le misure per nuova occupazione, inserimento lavorativo e inclusione sociale di soggetti deboli, adeguare la formazione dei futuri medici alle esigenze del territorio, potenziare i controlli sulla sicurezza sul lavoro, programmare e realizzare Piani pluriennali di edilizia scolastica, edilizia sanitaria e politiche ambientali. Maggiore peso sulle relazioni internazionali e i rapporti con la Ue. Commissione paritetica per definire le risorse necessarie, addio alla spesa storica. Il testo dell’Accordo firmato
È stato firmato alle 12.30 a Palazzo Chigi a Roma l’accordo sulla cosiddetta autonomia differenziata tra il Governo, rappresentato dal sottosegretario agli Affari regionali, Gianclaudio Bressa, e le Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Prima di entrare il governatore del Veneto Luca Zaia si è fermato con i giornalisti: «Questa è una giornata storica. E’ la prima volta che accade, penso che al 70mo anno della Costituzione finalmente arriva qualcuno che decide di dare spazio alle autonomie, al regionalismo e quindi autonomia che arriva alle regioni. È una giornata storica si firma il primo documento». «Per scaramanzia mi sono portato la stessa penna con cui ho indetto il referendum del 22 ottobre…» ha scritto su Twitter.
«Io credo che l’autonomia diventerà virale ed endemica, oggi è una giornata stra-storica, non si torna indietro: abbandonata la spesa storica, sì ai fabbisogni standard, compartecipazione su più aliquote e tributi, autonomia sulle 23 materie previste dalla Costituzione e la creazione della Commissione paritetica che già esiste nelle Province autonome». Così il governatore del Veneto, Luca Zaia, uscendo da Palazzo Chigi. «Sono 70 anni che è stata approvata la Costituzione, oggi abbiamo posto una pietra miliare. Abbiamo 5 tavoli già aperti (su sanità, istruzione, ambiente, lavoro, rapporti con l’Europa), il prossimo passaggio consiste nell’aprire i tavoli rimanenti, gli altri 18, – ha spiegato Zaia – e poi chiudere l’intesa che sarà per 10 anni, poi sarà rinnovata e avrà un tagliando all’ottavo anno. Per noi non si torna indietro, a prescindere da maggioranze grandi intese o piccole intese».
Il Comunicato della Regione
ZAIA: “IL CAMMINO VERSO L’AUTONOMIA E’ COMINCIATO COL PIEDE GIUSTO“
Oggi il Veneto ha compiuto un passo di importanza strategica nel percorso verso il riconoscimento dell’autonomia: in mattinata, a Palazzo Chigi, il Presidente del Veneto e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega agli Affari regionali e le Autonomie, hanno siglato una pre-intesa quadro tra Governo e Regione del Veneto sull’attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione.
Con l’intesa il Governo si è assunto formalmente l’impegno a dare vita al cosiddetto regionalismo differenziato, ed a proseguire le trattative dopo l’imminente rinnovo degli organi istituzionali dello Stato, per giungere alla sottoscrizione dell’accordo richiesto dalla norma costituzionale.
“La giornata è storica – commenta il Presidente della Regione del Veneto – non soltanto perché si firma oggi una importante pre-intesa, ma soprattutto perché questo cammino è iniziato con il piede giusto. Questo preaccordo ci consente di cristallizzare e consolidare quello che si è fatto fino ad ora e introdurre metodologie e criteri per le cose da fare nell’immediato futuro, con alcuni principi ormai inderogabili: abbandono della spesa storica, utilizzo dei fabbisogni standard per le determinazioni di spesa, compartecipazione ad alcuni tributi, commissione paritetica sul modello dell’Alto Adige, trattativa su tutte le 23 materie previste dall’art. 116 della Costituzione”.
“La pre-intesa siglata oggi – prosegue il Governatore del Veneto – è una prima firma che dà l’avvio a un altro grande negoziato che prelude alla firma finale dell’intesa su tutte e 23 le competenze. Intesa su cui si dovrà poi esprimere il Parlamento. Il Veneto sull’autonomia fa da apripista, innanzitutto per il bene dei veneti, ma anche per il bene di tutte le altre Regioni che riterranno di identificare nel nostro negoziato le linee guida per quelle riforme che non mi stanco di ripetere partono dal basso”.
In particolare, l’Accordo comprende una prima parte, recante le Disposizioni generali, e una seconda parte, composta da quattro allegati (relativi rispettivamente alle materie Politiche del Lavoro, Istruzione, Salute, Tutela dell’ambiente e dell’Ecosistema), e da un addendum sui rapporti internazionali e con l’Unione europea.
La prima parte – Disposizioni generali – contiene norme relative ai principi generali ed alla metodologia che dovranno essere seguiti per l’attribuzione al Veneto di autonomia differenziata. Di particolare interesse appaiono le previsioni relative:
– all’istituzione di una Commissione Paritetica Stato-Regione per la determinazione delle modalità di attribuzione delle risorse finanziarie, umane e strumentali necessarie per l’esercizio delle nuove competenze;
– ai criteri che dovranno essere seguiti per la determinazione delle risorse: attribuzione alla Regione di compartecipazione o riserva di aliquota al gettito di uno o più tributi erariali maturati nel territorio regionale; definitivo superamento del criterio della spesa storica; definizione entro un anno dei fabbisogni standard;
– alla durata dell’Intesa che verrà sottoscritta, con la previsione di un ‘tagliando’ a 10 anni dalla sottoscrizione dell’Intesa, mediante un procedimento di verifica congiunta tra le parti, nonché al procedimento per la modifica dell’Intesa stessa;
– alla determinazione congiunta di specifiche modalità per l’assegnazione di risorse per gli investimenti.
Nella seconda parte, contenente gli Allegati, sono specificate le competenze oggetto di attribuzione su cui è già in stato avanzato un negoziato tra Stato e Regione, fermo restando che nell’Accordo stesso è precisato che resta impregiudicato il prosieguo del negoziato con il prossimo Governo sia sulle materie che sono già state oggetto di trattativa, sia sulle altre materie per cui la Regione Veneto chiede maggiore autonomia.
IN SINTESI LE MAGGIORI NOVITA’
Politiche del Lavoro
L’accordo pone alcune premesse di fondo che, se pur limitate, sono importanti. Tuttavia restano aperte diverse rilevanti richieste regionali, tra le quali si ricordano quelle in materia di disciplina integrativa e gestione degli ammortizzatori sociali e di previdenza complementare.
L’art. 1 innanzitutto riconosce l’autonomia regionale in materia di politiche attive del lavoro sia legislativa sia, di conseguenza, quella organizzativa. Inoltre, viene esplicitamente riaffermato uno standard elevato delle Politiche attive, di matrice europea, da agganciare a risorse finanziarie congrue e stabili.
L’art. 2 prevede l’autonomia legislativa regionale di adeguare le proprie politiche attive a quelle c.d. passive (ammortizzatori sociali) che restano integralmente nella competenza statale. L’art. 2 discende da quanto prevede l’art. 1, tuttavia su questo aspetto restano sul tappeto le richieste della regione di autonomia anche sul versante delle politiche passive, regolativa in via integrativa e anche gestionale.
Infine l’art. 3 vede riconosciuta alla Regione la competenza legislativa a introdurre misure di controllo nelle materie di propria competenza, complementari a quelli statali. Si tratta di una funzione nuova che permetterà alla Regione di esercitare una migliore vigilanza sul territorio rispetto ad eventuali situazioni irregolari. Tale funzione si dovrà esercitare in raccordo con l’Ispettorato statale.
Istruzione
In materia di Istruzione l’accordo siglato permetterà alla Regione di incidere sulla qualità del servizio scolastico, avendo un maggio ruolo nella programmazione dell’offerta di istruzione regionale e consentendo, almeno parzialmente, il superamento delle attuali carenze di organico attraverso dotazioni aggiuntive, grazie ad un apposito fondo regionale, che consentirà di assumere insegnanti e personale ATA.
La Regione potrà inoltre:
– disciplinare con propria legge forme e modalità più efficienti di integrazione tra istruzione professionale e istruzione e formazione professionale;
– definire l’organizzazione delle Fondazioni che gestiscono l’offerta formativa post diploma degli Istituti Tecnici Superiori, anche individuando specifici standard organizzativi e gestionali d’intesa con l’USRV;
– programmare un’offerta integrativa di percorsi universitari d’intesa con le Università.
Infine è attribuita alla Regione la competenza per la costituzione di un fondo pluriennale di edilizia scolastica in cui confluiranno le risorse dei fondi nazionali per l’adeguamento e il miglioramento sismico di strutture, la costruzione di nuovi laboratori e l’aumento degli spazi dedicati al servizio scolastico.
SALUTE
In materia di Tutela della Salute, l’Accordo riconosce ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia amministrativa e legislativa con riferimento a rilevanti settori sui quali l’intervento dello Stato ha determinato notevoli limitazioni all’azione della Regione.
Nello specifico, è riconosciuta la possibilità di rimuovere i diversi vincoli di spesa posti dalla normativa statale, compresi quelli riguardanti le spese per il personale del servizio sanitario regionale. Con riguardo al medesimo personale è inoltre riconosciuta maggiore autonomia di gestione, compresa la regolamentazione della libera professione, e la possibilità di attribuire risorse aggiuntive regionali, in particolare a chi presta servizio presso sedi montane disagiate, mentre in tema di formazione specialistica dei medici si riconosce alla Regione la possibilità di avviare nuovi percorsi finalizzati alla stipula di contratti a tempo determinato, definiti di ‘specializzazione lavoro’.
Ampia autonomia è attribuita alla Regione con riguardo alla governance delle aziende ed enti del servizio sanitario regionale, in tema tariffe e misure di compartecipazione alla spesa sanitaria, in ordine alla istituzione e gestione di fondi sanitari integrativi, e sono assicurate risorse certe e adeguate per la programmazione di interventi sul patrimonio edilizio e tecnologico.
Infine, è previsto un particolare meccanismo sostitutivo della Regione in tema di equivalenze terapeutiche tra medicinali nel caso in cui l’Agenzia italiana del farmaco non provveda ai sensi di legge.
Tutela dell’Ambiente e dell’Ecosistema
Significativo passo avanti per l’ambiente grazie all’Accordo sull’autonomia che riconosce al Veneto nuove competenze legislative e amministrative. L’Accordo siglato in data odierna mette le basi per un ruolo più incisivo della Regione ampliando e valorizzando gli spazi di intervento sulla materia con possibilità di ulteriori riconoscimenti in futuro. Di rilievo, tra le nuove funzioni assegnate, un ampliamento delle competenze sulla disciplina dei rifiuti, la prevenzione e il ripristino ambientale che vede la connessione tra territorio che subisce il danno e risarcimento dello stesso; ed inoltre la gestione delle procedure di bonifica dei siti inquinati ed una serie di funzioni amministrative in materia di scarichi e di tutela delle acque. A corollario di tali funzioni amministrative viene riconosciuta alla Regione anche una potestà normativa di carattere organizzativo e gestionale e, ultima, ma non per importanza, la possibilità per la Regione di intervenire con proprie proposte al fine di risolvere specifiche problematiche territoriali afferenti alla mancata emanazione da parte dello Stato, di provvedimenti attuativi della disciplina statale ambientale.
28 febbraio 2018
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