Un ritorno agli scontri passati in Parlamento: da un lato la Lega che esibisce le magliette verdi dall’altro l’opposizione con la bandiera tricolore. Alla Camera va in scena la discussione generale sull’Autonomia differenziata, arrivata in aula dopo la clamorosa ripetizione della votazione a favore della maggioranza che era andata sotto in un emendamento in commissione Affari costituzionali.
I deputati del Pd sventolano a inizio seduta il Tricolore: «L’unico simbolo che ha diritto di essere presente qui, non i simboli di chi vuole utilizzare questo posto per vendere agli italiani una riforma pericolosa e sbagliata», dice la capogruppo del Pd Chiara Braga, protestando per la maglietta verde con la scritta «Il vento del Nord» indossata invece dalla deputata leghista e relatrice per il Carroccio Simona Bordonali. Braga è stata ripresa dal presidente della Camera, il leghista Lorenzo Fontana: «Bisogna mantenere il decoro dell’aula e evitare questi comportamenti che ledono onorabilità e decoro di tutti».
Ma a proposito di onorabilità, i gruppi di Pd, Avs e M5s hanno chiesto, a norma di regolamento, di «non procedere oltre» in quanto il «provvedimento in commissione è stato viziato dalla doppia votazione ». Il presidente Fontana non ha però accolto la richiesta dicendo che tutto «è stato regolare», anche se ha inviato una lettera ai presidenti delle Commissioni con la quale raccomanda da adesso in poi «massimo rigore» nella gestione delle fasi e delle votazioni confuse.
L’opposizione resta compatta: «Dobbiamo bloccare la scelta folle dell’autonomia differenziata», ha detto la segretaria dem Elly Schlein. «Meloni ha deciso di svendere a Salvini l’Unità d’Italia pur di avere i pieni poteri con il premierato. Il conto però lo pagano i cittadini — dice il presidente dei 5 stelle Giuseppe Conte — che abbandonano il Sud esubiscono tagli su ospedali, diritti e servizi già di serie C. Da patrioti a secessionisti è stato un attimo».
Molto soddisfatto invece Salvini per l’arrivo in aula del ddl prima del voto per le Europee: «Mi sembra che i tempi siano rispettati — dice il leader della Lega — se l’Autonomia viene approvata il 5 o il 20 giugno, a me cambia poco». Ma dentro la maggioranza c’è chi frena, soprattutto in Forza Italia: «Mi auguro che al Parlamento sia dato il tempo congruo per valutare questa riforma», dice il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, vicesegretario nazionale di Forza Italia. Adesso sarà la capigruppo a fissare l’inizio delle votazioni al testo.
La Repubblica