Si è tenuta ieri l’audizione dei sindacati dal Ministro della Pa, Marianna Madia sull’attuazione dell’articolo 17 della legge delega sulla riforma del pubblico impiego su licenziamento disciplinare. In chiaro scuro il giudizio della Confederazione sindacale medici e dirigenti. Le rappresentanze dei lavoratori dei camici bianchi fanno trasparire una certa delusione. “Si è parlato solo del decreto sul licenziamento per chi è colto in flagranza a falsificare la presenza. Nessuno vuole difendere i disonesti anche se già i contratti di lavoro già consentono il licenziamento” spiega il segretario il segretario generale Cosmed, Giorgio Cavallero “Quando abbiamo ricevuto la convocazione del Ministro Madia – si legge – pensavamo di poter finalmente affrontare alcuni aspetti decisivi per il lavoro pubblico quali la separazione tra dirigenza di nomina politica e quella di carriera a garanzia del cittadino come descritta dalla Corte Costituzionale”.
Corte costituzionale che ricorda che la pubblica amministrazione deve perseguire il pubblico interesse e agire secondo le regole proprie della sua connotazione pubblica. Basta pertanto dirigenti scelti dal politico di turno , in molti casi senza concorso.
“O quali la disciplina delle forme di lavoro flessibile “con indicazione di limitate e tassative fattispecie” provvedimento che si attende dal 2003 e che dovrebbe limitare le forme di lavoro precario compatibili con il rapporto di pubblico impiego, sfoltendo la jungla del lavoro cosiddetto “ atipico”. Lavoro “atipico- flessibile” troppo spesso di fonte di sfruttamento e precarietà insanabile e in non pochi casi di lavoro subordinato camuffato, di intermediazione di manodopera, di assunzioni “discrezionali” fino a forme di vero e proprio caporalato. Oltre che la staffetta generazionale e il rinnovo della Pa
“Nulla di tutto questo si è parlato solo del decreto sul licenziamento per chi è colto in flagranza a falsificare la presenza – riferisce Cavallero . – Nessuno vuole difendere i disonesti anche se già i contratti di lavoro già consentono il licenziamento. Il provvedimento probabilmente non aggiunge nulla a quanto già previsto, alcuni elementi come la responsabilità estesa agli altri dipendenti e le limitazioni alla difesa sono a rischio di incostituzionalità, le pene sembrano sproporzionate rispetto alla corruzione e alla concussione, traspare chiaro l’intento di coltivare l’onda mediatica”.
“Abbiamo chiesto al Ministro se ci sarà spazio per parlare non solo dei disonesti, ma anche degli onesti calendarizzando quegli incontri che da mesi il Governo disattende. Il Ministro ha promesso che lo farà, prossimamente ma non ha detto quando. Un richiamo infine, non del tutto ingiustificato a trovare un accordo sulle aree negoziali, in quanto il Governo sarebbe pronto a riaprire la stagione contrattuale”.
6 febbraio 2016