di Rosanna Magnano, Sole 24 Ore sanità. Dovrebbero ammontare a circa lo 0,8% del monte salari le risorse disponibili per gli incrementi da riconoscere nell’ambito del rinnovo contrattuale dei medici nel triennio 2016-18. Lo prevede l’atto di indirizzo della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria per il triennio contrattuale 2016-18, nella sua versione rivista e corretta dal Comitato di settore Regioni-sanità sulla base delle osservazioni del Mef . Un cifra che sommata all’indennità di vacanza contrattuale, secondo stime preliminari dell’Anaao Assomed – da confermare sulla base degli stanziamenti effettivi previsti dalla legge di bilancio 2017 – farebbe salire le disponibilità all’1,2% del monte salari (pari a 900 milioni di euro, di cui 300 di indennità) e avrebbe un impatto medio sulla busta paga dei camici bianchi pari a circa 900 euro lordi l’anno.
Le priorità individuate nel documento: favorire la motivazione del professionista, rivedendo l’assetto contrattuale del trinomio carriere-rapporto tra professioni-risorse; potenziare il ruolo di indirizzo e garanzia del Contratto nazionale dando la giusta rilevanza alla contrattazione aziendale di secondo livello; ridisegnare le carriere della dirigenza sanitaria, individuando accanto al percorso gestionale un percorso professionale con parametrazione economica sovrapponibile; rivedere la voce stipendiale legata all’esclusività in rapporto al sistema degli incarichi e alla luce del trend di anzianità dei professionisti, garantire un modello di coperture assicurative minime omogeneo sul territorio nazionale; definire una nuova disciplina dell’orario di lavoro sulla base delle direttive Ue; incentivare la compartecipazione del personale nella lotta agli sprechi nel Ssn.
Le modifiche apportate agli atti di indirizzo in queste settimane sono tutte finalizzate a rispondere alle osservazioni del Mef, in grandi linee concentrate sul tasto dolente della spesa.
A questo proposito, come già detto, il documento chiarisce che il Comitato di settore prevede «che le risorse complessivamente disponibili per gli incrementi da riconoscere nell’ambito del rinnovo contrattuale sia pari per il triennio, a: 0,4% del monte salari relativo alle voci fisse della retribuzione, al netto dell’indennità di vacanza contrattuale, da destinare alla rivalutazione delle medesime» e allo «0,4% del monte salari relativo alle voci variabili della retribuzione da destinare alla rivalutazione delle medesime».
Ma il nodo vero per la nuova stagione contrattuale del lavoro in sanità sta per sciogliersi con il varo della legge di Bilancio da parte del Consiglio dei ministri di sabato prossimo. Il Comitato di settore infatti «si riserva di integrare tale suddivisione a seguito di una eventuale diversa disponibilità economica che dovesse esser prevista dalla legge di stabilità».
Come è noto, le Regioni nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica possono destinare al personale coinvolto in progetti di innovazione organizzativa, volti a superare l’annoso problema delle liste d’attesa e a garantire la piena erogazione dei Lea, parte delle economie conseguite con i risparmi sui costi per le risorse umane. Si tratta di risparmi che possono essere destinati esclusivamente alla retribuzione di risultato ma non possono diventare voci irreversibili né essere oggetto di consolidamento nei fondi definiti ordinariamente.
A questo proposito, il Mef aveva puntato il dito sulle modalità di certificazione della quantificazione degli stessi risparmi. E su questo fronte l’Atto di indirizzo specifica che «possono essere previste deliberazioni annue del Collegio Sindacale; mentre, per quanto attiene il limite di utilizzo delle risorse così certificate, esso viene fissato nel 50% delle stesse. Tale previsione non si pone in contrasto con quanto previsto dal D.L. 78/2015 in quanto si fa riferimento a risparmi ottenuti a parità di strutture. Analogamente si procede con le risorse descritte al Titolo V, punto 2.».
Per quanto riguarda il riordino delle carriere del personale dell’area della dirigenza medica-veterinaria e sanitaria, il documento specifica che avverrà «a parità di risorse ovvero rientra nella disponibilità dei fondi contrattuali, non figurando nell’ambito dell’art. 9 quinques del DL 78/2015. Il riordino, nello specifico, riguarderà la graduazione delle funzioni che le aziende attuano in base alla capienza dei fondi aziendali. La previsione appare quindi come indicazione contrattuale alle aziende e ciò a parità di risorse disponibili».
Sulla rivisitazione dell’indennità legata al rapporto esclusivo, l’Atto di indirizzo ribadisce che pur riconoscendo il valore della distinzione del rapporto esclusivo e non esclusivo, va posta una riflessione sull’attuale sistema di riconoscimento indennitario e sulla sua articolazione, agganciandolo in modo stabile, ma non automatico alla retribuzione complessiva. E «ferme restando le risorse complessive destinate all’esclusività per l’anno 2015, si richiede che il contratto di lavoro riverifichi la destinazione nelle fasce attesi i modelli di riordino strutturali e considerato il fattore di invecchiamento della popolazione».
Rispetto all’orario di lavoro Ue, il documento precisa che « il valore delle ore straordinarie, peraltro limitate per il personale dirigente solo ad alcune fattispecie di lavoro, rientrano nelle risorse complessivamente definite per il trattamento accessorio ed in particolare per il fondo relativo alle condizioni di disagio. Non comporta quindi maggiori spese».
Sui Fondi contrattuali l’atto di indirizzo sottolinea come vadano stabilite modalità per un migliore utilizzo tendendo a una possibile semplificazione. Ad esempio, rivedendo il sistema dei fondi creando un fondo unico, «ferme restando le finalizzazioni di spesa ed in particolare quelle collegate alle condizioni di lavoro e al disagio». E sul nodo risorse tranquillizza il Mef: «Si conferma inoltre la necessità, peraltro condivisa dal Ministero dell’Economia e delle Fi-nanze con nota del 05/08/2016, di semplificazione nella costituzione dei fondi, nel compu-to e nelle modalità di utilizzo delle relative risorse confermando altresì che tale semplifica-zione non può che avvenire con le risorse destinate ai fondi medesimi non prevedendo quindi impiego di risorse aggiuntive».
Acqua sul fuoco, infine anche sull’inserimento nei contratti collettivi nazionali di lavoro del settore sanità, del personale della ricerca, finora non contrattualizzato, degli Irccs e Izs. «La riserva è stata espressa – si legge nel documento – in quanto le Regioni sono state coinvolte dal Ministero della Salute per il personale operante nella ricerca. La riserva verrà sciolta, con le procedure di rito, con ulteriore direttiva qualora l’iter legislativo previsto dal Ministero della Salute giunga a conclusione. Ovviamente la riserva non comporta nessun impegno di spesa bensì rappresenta la volontà del Comitato di Settore di adeguare le proprie direttive ad un importante percorso legislativo già avviato».
Atto di indirizzo – Personale della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria
Atto di indirizzo – Personale dei livelli
IL Sole 24 Ore sanità – 13 ottobre 2016