Imprenditrice trova una cavalletta nel piatto di spinaci della mensa aziendale e denuncia la società di ristorazione fornitrice per la violazione delle norme in materia di igiene alimentare. L’altra mattina si è tenuta l’udienza: la difesa ha chiesto l’assoluzione sostenendo, tra l’altro, che la cavalletta è un insetto “sano”, non un parassita, che viene comunemente portata in tavola in molte parti del mondo, Europa compresa e che pertanto non rappresenta alcun pericolo per la salute.
Il giudice ha scagionato l’imputato. Bisognerà attendere ora le motivazioni del tribunale di Padova per capire se le ragioni della difesa sono state integralmente recepite per pronunciare l’assoluzione; certo è però la “rivoluzione alimentare” è entrata anche nelle aule di giustizia.
Si sa che vespe, scorpioni, cavallette e compagnia varia sono pietanza comune in mezzo pianeta. Si sa inoltre che molti studiosi indicano negli insetti il cibo del futuro. E si sa, infine, che essi sono approdati sulle tavole occidentali di quotati gourmet. Ma questa sarebbe la prima volta che trovano “legittimazione” anche giuridica.
Tutto ha inizio nell’agosto 2013 quando l’imprenditrice di una società, consumando un piatto di spinaci al burro fornito dall’azienda che cura la ristorazione, trova nel cibo un “ospite” di 3 centimetri.
Si tratta di un esemplare appartenente alla famiglia “Phaneroptidae”, in parole povere di una cavalletta. Un rinvenimento che, insieme a un certo disgusto, scatena anche una denuncia ai Nas contro la società fornitrice.
I carabinieri del Nucleo Antisofisticazione fanno gli accertamenti, mentre la cavalletta viene portata all’Istituto Zooprofilatico. Confermato che proprio di questo insetto si tratta, parte l’azione penale e il responsabile del controllo qualità del cibo finisce sotto accusa per la violazione della legge 283 del 1962 riferita alla “Disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande”.
L’uomo potrebbe chiudere l’intera vicenda pagando una piccola somma di denaro, un’ammenda di 900 euro. Ma non ci sta: decide di impugnare il decreto penale e di andare a processo per dimostrare di non aver commesso alcun reato.
L’altra mattina, davanti al giudice monocratico del tribunale di Padova, si è tenuta l’udienza. La difesa, rappresentata dall’avvocato Carlo Augenti, si è presentata in aula con un ampio dossier. Innanzitutto con la consulenza di un esperto in Scienze Naturali il quale ha spiegato come la cavalletta non sia un parassita, ma un insetto commestibile.
Nella relazione veniva inoltre precisato che la cavalletta era già presente negli spinaci surgelati arrivati alla ditta (e quindi nessuna responsabilità può essere attribuita alla stessa). Il legale ha poi illustrato la legislazione europea in materia da cui risulta che in molti Paesi la somministrazione degli insetti è consentita (Belgio, Olanda, Gran Bretagna in testa dove si possono comperare al supermercato). In Italia c’è un certo vuoto legislativo, ha detto l’avvocato Augenti, mentre l’Unione Europea di sta preparando a varare una norma unitaria che legalizzi gli insetti come cibo.
«La cavalletta», ha concluso il legale chiedendo l’assoluzione del suo assistito, «non è un prodotto pericoloso per la salute pubblica e quindi non c’è alcuna violazione della legge 283». Anche perché, come è stato ricordato in aula, in Veneto c’è un negozio, la Boutique degli insetti commestibili con sede a Monselice, che propone online ogni sorta di prelibatezza.
E a prezzi a dir poco convenienti: 15 grammi di cavallette «selezionate, pulite, cotte e saltate con erba e limone» costano appena 5 euro esattamente come un sacchettino di grilli, mentre bisogna sborsare un euro in più per lo scarabeo stercorario.
Il Mattino di Padova – 21 gennaio 2017