Palazzo Balbi ripensa radicalmente la copertura assicurativa del welfare e decide di farsene carico integralmente attraverso Veneto Sviluppo che allo scopo attiverà un fondo speciale.
Nell’anno che è appena trascorso, il Veneto ha speso 70 milioni per la copertura assicurativa del suo sistema sanitario: a fronte di tale esborso, i risarcimenti versati ai cittadini danneggiati da errori e negligenze mediche non hanno superato i 35 milioni. Una “forbice” eccessiva, che, in tempi di austerità e riduzione costante delle risorse, ha spinto l’autorità regionale a ripensare radicalmente la copertura assicurativa del welfare fino a decidere di farsene carico integralmente attraverso Veneto Sviluppo, la società finanziaria di Palazzo Balbi, che allo scopo attiverà un fondo speciale. La scelta politica di rinunciare alle polizze delle compagnie private è già stata assunta; in tempi brevi i dettagli saranno messi a punto e sottoposti all’approvazione della giunta. La svolta è maturata progressivamente.
Dapprima c’è stata la delibera dell’assessore alla sanità, Roberto Coletto, che autorizza Asl e Aziende ospedaliere a gestire direttamente i risarcimenti fino a 500 mila euro e demanda a un’unica gara regionale quelli (cosiddetti “catastrofali”) di importo superiore. Poi c’è stata la gara internazionale per l’appalto assicurativo, con un’unica società concorrente, l’italo-rumena City Insurance le cui credenziali sono tuttora al vaglio dell’amministrazione Zaia, con corollario di lettere anonime che hanno indotto il governatore e il segretario alla sanità Domenico Mantoan a richiedere alla Guardia di Finanza una verifica sulla trasparenza e l’affidabilità dell’impresa.
Ma è stato l’esame puntiglioso e comparato delle cifre a spingere la Regione a imboccare una strada diversa. Nel corso degli anni il costo assicurativo della sanità veneta è cresciuto costantemente; dapprima a ritmo moderato (39,405 milioni nel 2006; 41,40 nel 2007; 43,19 nel 2008) poi a grandi balzi (46,97 nel 2009, 52,90 del 2010, 70 stimati nel 2011). Troppo, secondo gli esperti. Che, in parte, attribuiscono il trend a un eccesso di disinvoltura nel delegare al broker privato la gestione della richieste di risarcimento senza alcuna istruttoria di partenza. Ciò, invariabilmente, comporta una crescita del rischio assicurativo e del conseguente premio annuale. In conclusione. Attraverso l’«auto-assicurazione» la Regione conta di dimezzare o quasi il costo complessivo, riducendolo cioè ai risarcimenti effettivamente versati , depurati dall’onore attuale derivante dal contratto privato.