Attesa per gli altri 76. Un’assoluzione nel primo giudizio per la maxi-inchiesta sui cosiddetti «assenteisti della Regione» ovvero i 77 degli oltre 110 dipendenti degli uffici rodigini dell’amministrazione veneta accusati di truffa aggravata allo Stato per le loro presunte «sparizioni» illegali dal posto di lavoro.
Il giudice per le udienze preliminari Carlo Negri ieri mattina ha assolto, perché il fatto non sussiste, l’impiegato A. S., unico tra tutti gli imputati ad aver chiesto un rito alternativo come il giudizio abbreviato. Accusato di nove episodi di presunto assenteismo in tre settimane, a carico di A. S. non sono emerse prove che il suo comportamento abbia creato un danno economico alla Regione.
La sentenza di ieri mattina segna un nuovo capitolo nella vicenda giudiziaria che, già lo scorso aprile, aveva registrato una svolta importante. In una precedente udienza preliminare di cinque mesi fa lo stesso Gup (Giudice dell’udienza preliminare) Negri aveva restituito gli atti al pm Sabrina Duò, spiegando che nel capo d’imputazione non era «correttamente individuato il danno» che sarebbe stato provocato dai 76 rimanenti imputati e che l’accusa non era stata «chiara sotto il profilo materiale del danno». Il che significa che il lavoro della Procura è tutto da rifare.
Il pm Duò aveva subito presentato ricorso in Cassazione per «abnormità» ovvero per la supposta genericità delle motivazioni addotte, contro la decisione del Gup. Al riguardo, la Suprema Corte non s’è ancora espressa. Il «duello» Duo-Negrì si chiude comunque qui, dato che con la sentenza di ieri il giudice si è reso incompatibile.
Secondo l’indagine, partita a inizio 2010 con un circostanziato esposto di un impiegato degli uffici rodigini della Regione, i dipendenti pubblici per diversi mesi avrebbero timbrato regolarmente i loro cartellini, salvo poi uscire dalle rispettive sedi anche per diverse ore. Questo per fare la spesa oppure per svolgere impegni privati, sempre durante l’orario di lavoro.
La conseguenza più diretta e immediata di questo, secondo l’impostazione della Procura, si è vista nei tempi di smaltimento delle pratiche burocratiche di competenza degli uffici rodigini della Regione. Ovvero Genio civile in larghissima parte più l’Ispettorato dell’agricoltura e l’Urp (Ufficio relazioni col pubblico). L’attesa degli utenti nell’ottenere una risposta si sarebbe così dilatata a dismisura.
Innumerevole il materiale raccolto dalle Fiamme Gialle rodigine. Molte perquisizioni negli uffici del personale. Circa 170 ore di videoriprese e fotografie di impiegati presunti assenteisti che timbrano ed escono dalla sede, spesso pochi minuti dopo aver strisciato il badge nell’apposita macchinetta. C’è l’acquisizione di tabulati, tessere magnetiche, fogli-presenza, permessi e ordini di uscita, hard disk del videoregistratore.
Antonio Andreotti – Corriere del Veneto – 26 settembre 2013