Si è conclusa ieri l’Assemblea annuale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Numerose le decisioni adottate.
Ma c’è la crisi e anche l’Oms dovrà fare i conti con budget più ristretti che porteranno a una profonda ristrutturazione. E intanto il comitato indipendente d’ inchiesta sulla vicenda delle presunte pressioni dell’industria farmaceutica per influenzare le decisioni sul virus A/H1N1 “assolve” l’Oms: non ci sono prove.
Dopo dieci giorni si è chiusa ieri la 64° Assemblea generale dell’Organizzazione mondiale della sanità che ha visto riuniti a Ginevra 2700 delegati di 192 stati. L’incontro, da cui è uscito il programma operativo dell’organizzazione per il prossimo anno, è stato definito “estremamente produttivo e utile” dal direttore generale dell’Oms Margaret Chan, che si è detta certa che gli interventi programmati avranno un forte impatto sulla salute globale.
Ecco le principali decisioni.
Una nuova Oms. Sarà un biennio di austerità quello che sta per cominciare per l’Organizzazione mondiale della sanità. Il budget approvato è di quasi 4 miliardi di dollari, una cifra considerata “di transizione” per dar vita a un’Organizzazione più snella. “Siamo stati incoraggiati da esperti esterni a considerare la crisi finanziaria non come un rallentamento temporaneo da governare con misure transitorie, ma come l’inizio di una nuova e duratura era di austerità”, aveva affermato Margaret Chan nel suo discorso di apertura. “Abbiamo accettato questo consiglio”.
A/H1N1: non ci sono prove su pressioni industrie farmaceutiche. Il comitato indipendente chiamato a giudicare l’operato dell’Oms in relazione alla diffusione del virus A/H1N1 ha concluso che non sussiste alcuna prova che l’organizzazione sia stata influenzata dall’industria farmaceutica nel dichiarare lo stato di pandemia. Piuttosto, l’esperienza ha aiutato a familiarizzare con le emergenze sanitarie globali e a prendere coscienza del fatto che il mondo non è al momento completamente preparato a rispondere adeguatamente a una pandemia aggressiva. Carenze a cui l’Assemblea ha cercato di rispondere con l’adozione di un nuovo piano antipandemico che prevede soprattutto una maggiore collaborazione tra gli Stati, per esempio nella condivisione di virus e vaccini.
Malattie non trasmissibili – Se ne riparlerà a settembre in un meeting di alto livello a margine dell’Assemblea generale dell’Onu. I capi di Stato sono invitati a partecipare, perché è la vera sfida sanitaria del millennio.
Rilancio degli obiettivi del Millennio – Per evitare che gli Obiettivi fissati dieci anni fa si trasformino in dichiarazioni di intenti, l’Assemblea ha adottato diverse decisioni che impegnano gli Stati membri a profondere ulteriori sforzi nel campo delle politiche vaccinali, della salute materno-infantile e del contrasto ad alcune malattie infettive come la malaria.
Sistemi sanitari più forti – Non si raggiungono gli Obiettivi del millennio senza sistemi sanitari forti. È questo il messaggio uscito dall’Assemblea che ha adottato 5 risoluzioni a riguardo. Tre gli argomenti portanti: formazione e protezione del personale sanitario, soprattutto nei paesi in via di sviluppo; coniugare universalità e sostenibilità del sistema sanitario; essere in grado di far fronte alle emergenze sanitarie.
Hiv, la battaglia continua – Una nuova strategia contro l’Hiv/Aids guiderà l’azione per il 2011-2015. Parola d’ordine: accesso universale a trattamenti e servizi sanitari. Un obiettivo difficile, ma che potrebbe consentire di salvare 2 milioni di vite nei prossimi 5 anni.
Palestina – La necessità di accesso universale ai servizi sanitari da parte della popolazione palestinese che vive nei territori occupati è stata espressa in una risoluzione.
Da distruggere le scorte di vaiolo – Uno degli argomenti più dibattuti. A 30 anni dall’eradicazione dell’infezione, gli stock rimanenti di virus di vaiolo (custoditi in massima sicurezza in Usa e Russia) devono essere distrutti. Non subito, ma quando saranno completate tutte le ricerche che renderanno superfluo il possesso del virus. L’appuntamento è per il 2014, quando si farà il punto sulla situazione. Per emergenze, comunque, stock di vaccini contro l’infezione sono conservati in Svizzera.
Guerra a verme della Guinea e polio – Un unico obiettivo: l’eradicazione di entrambe le patologie. La dracunculiasi, una parassitosi che si contrae bevendo acqua contaminata, e la poliomielite che continua a mietere vittime, anche in Europa. Ma mancano 665 milioni di dollari per finanziare le attività previste nel 2011-2012.
Non dimenticare il colera – Resta un problema di sanità pubblica in molti Paesi e un utile indicatore della qualità dell’ambiente. Occorre rivitalizzare la Global Task Force on Cholera Control.
Farmaci di qualità, per tutti – Rafforzare gli sforzi contro medicinali contraffatti, falsificati e di scarsa qualità. È un passo essenziale per garantire progressi nella salute dei Paesi in via di sviluppo.
Oms ambientalista – Anche l’ambiente nel suo rapporto con la salute è al centro di diverse decisioni. L’invito è a porre la massima attenzione al ciclo di gestione dei rifiuti, all’uso e allo smaltimento di sostanze tossiche con un occhio ai cambiamenti climatici.
Acqua sicura e per tutti – La sanificazione e la potabilizzazione dell’acqua, ancor più dei farmaci, è determinante. Le malattie trasmesse attraverso l’acqua infetta continuano a uccidere ogni anno due milioni di persone.
Quotidianosanita.it – 25 maggio 2011