Serviranno per comprare pannolini, latte in polvere e biberon gli 80 euro circa al mese a partire dal primo gennaio 2015 annunciati da Renzi in arrivo «per tutte le mamme o i papà nei primi tre anni di vita dei bambini» nati dal primo gennaio in poi. Un assegno di un migliaio di euro l’anno, un aiuto alle coppie che, per difficoltà economiche, non se la sentono di programmare la nascita di bebè.
«Abbiamo voluto dare un segnale sperando in un’inversione di tendenza della natalità», spiegano al ministero della Salute dove è stato scritto il provvedimento con cui vengono fissati i criteri per aver diritto al contributo. Rientra nella rosa di iniziative del piano del ministro Beatrice Lorenzin sul contrasto all’infertilità: «Non risolveremo mai il problema se non saremo al fianco delle mamme in certi contesti». Lo stanziamento della legge di Stabilità, indicato nell’articolo 13, è di 500 milioni all’anno a carico del ministero dell’Economia. Si parla di sostegno alle famiglie «anche attraverso misure di carattere fiscale». In questo caso si tratta di denaro che verrà riconosciuto ai nuclei, anche formati da un solo genitore, con reddito valutato secondo i parametri dell’Isee, lo strumento che serve a calcolare il reddito reale delle famiglie.
Da Palazzo Chigi chiariscono che rientrano nell’assegno i redditi fino a 90 mila euro. Restano dubbi sulla copertura del bonus, soprattutto per gli anni successivi al primo. In tre anni, infatti, i beneficiari potrebbero superare agevolmente il milione.
Nel 2013 la popolazione italiana si è arricchita di circa 509 mila neonati come denunciano pericolosamente i dati raccolti dalla Salute sulla base dei certificati di nascita. E il fondo da 500 milioni è stato tarato proprio immaginando 960 euro (80 per 12 mesi) sui nuovi nati. Dal 2011 ad oggi si è avuto un calo di 15 mila fiocchi rosa e azzurri all’anno e le previsioni non sono buone. L’Italia si appresta a diventare un Paese di anziani. Se non si vuole andare verso il declino bisogna riempire le culle. Solo grazie alle nascite degli immigrati il bilancio non è stato più drammatico.
I dettagli per la richiesta dell’assegno sono contenuti del Dpcm (Decreto della presidenza del Consiglio dei ministri) proposto da Lorenzin di concerto con l’Economia che dovrà essere varato entro febbraio. Ne hanno diritto anche gli incapienti, cioè chi è esonerato dalle tasse, e i figli di extracomunitari con lo stesso reddito e in possesso della carta di soggiorno rilasciata agli stranieri residenti in Italia da almeno cinque anni. L’ultimo gradino dell’integrazione.
Il modello del provvedimento è quello della Francia dove ha funzionato e dove il contributo è di 950 euro all’anno, dunque leggermente inferiore a quello annunciato dal premier ieri .
Margherita De Bac – Corriere della Sera – 20 ottobre 2014