Primo giorno di lavoro ieri per i nuovi direttori generali delle Usl, remigini o veterani che siano. E primo giorno di libertà (o quasi) per chi non ha più l’incombenza di dirigere un’azienda sanitaria, come Adriano Cestrone o Antonio Alessandri (che comunque difficilmente usciranno dal circuito sanitario regionale). Ieri i nuovi direttori generali hanno iniziato a regnare: 10 nuove leve e 7 esperti, ma in sedi diverse, 4 al solito posto. Per i 21 nuovi manager comincia una settimana cruciale: la prossima settimana il primo incontro con il governatore Luca Zaia per impartire loro le direttive future. Poi toccherà alla giunta, presumibilmente già il 15 approvare il contratto per i direttori sociali, sanitari e amministrativi.
Quindi, via alle nomine. I dg saranno liberi di scegliere, ma i curricula degli eletti verranno controllati attentamente anche dal governatore. Ultimo atto, prima di varare la squadra al completo.
I nodi da sciogliere non sono infatti pochi, primo tra tutti come impiegare i direttori generali che hanno perso la sede, ma che non vanno in pensione e che ritornano di diritto nel loro ruolo precedente. Leggisi ad esempio, Adriano Marcolongo, Valerio Alberta e Renzo Alessi che avrebbero tutti sede come direttori sanitari i primi due e amministrativo il terzo, in Azienda ospedaliera a Padova.
A tutti è arrivata la telefonata del direttore generale della sanità Domenico Mantoan, della serie chi ha giocato in una squadra non si abbandona. Ma ora resta al direttore generale Claudio Dario, che oltre a gestire una delle Aziende più grandi d’Italia (con un discreto disavanzo per altro) si troverà a breve anche la stazione appaltante del nuovo ospedale (progetto che Zaia non intende assolutamente accantonare), gestire l’ingresso dei tre ex manager in Azienda. Mentre Alberta, che è anche presidente nazionale della Fiaso, federazione italiane delle aziende sanitarie e ospedaliere, pare destinato a migrare verso altri lidi (fuori regione), Marcolongo, ex direttore generale di Rovigo, forte della sua esperienza e di una riconosciuta professionalità non si scompone: “Ho ordinato camice e ricettario e sono a disposizione”. E intanto ha già occupato il suo ufficio.
Altra area calda è Venezia, regno per anni di Antonio Padoan. Il neo direttore Giuseppe Dal Ben ha preso possesso dell’Asl già il primo dell’anno. Visita ai due ospedali all’Angelo a Zelarino e San Giovanni e Paolo a Venezia e sopralluogo al cantiere del padiglione Jona all’ospedale civile, “per vedere di dare una accelerata i lavori”. Poi incontro con il sindaco Orsoni e telefonata agli altri sindaci del bacino.
Anche Bortolo Simoni, che da Feltre è arrivato ad Asolo, ha già incontrato i collaboratori.
Sarà mercoledì prossimo a Castelfranco e giovedì a Montebelluna con i primari. Poi il calendario di incontri s’infittisce: referenti territoriali, esecutivo e sindaci. Pier Paolo Faronato, che al momento della nomina era parso il più emozionato, ha immediatamente preso possesso dell’Asl di Belluno, così come hanno fatto già il primo dell’anno i “remigini” come Dei Tos, Roberti, Gumirato, Brazzale, Cenci. Per tutti gli obiettivi a breve sono pesanti: budget ai privati, applicazione della spending review con gli obiettivi di costo già prefissati. Oltre a questo entro il 20 di gennaio devono presentare la quarta trimestrale 2012 che verrà inviata al Ministero.
C’è poi la scadenza di tutti i capi dipartimento (oltre un centinaio) e si dovranno attendere gli atti aziendali per la rinomina.
Insomma, non si tratta certo di un inizio leggero.
Leggi l’articolo completo del Gazzettino di oggi – 3 gennaio 2013