C’era stata l’accelerazione nei giorni scorsi. La procura di Benevento aveva deciso di approfondire i diversi aspetti del coinvolgimento di Nunzia De Girolamo nella gestione della Asl di Benevento. Il gip non ne aveva fatto mistero, del resto, e nella misura cautelare aveva accennato all’esistenza di «un direttorio politico-partitico» di cui faceva parte, evidentemente, anche lei.
Negli ultimi dieci giorni le verifiche giudiziarie sul ministro per le Politiche agricole si sono fatte più stringenti, a prescindere che sia stata già iscritta sul registro degli indagati.
Riassumendo. La procura di Benevento ottiene a metà dicembre l’obbligo di dimora a Salerno per l’ex direttore amministrativo della Asl, Felice Pisapia, accusato con cinque amministratori di società (finiti ai domiciliari) di truffe all’Asl per 700.000 euro.
Pisapia a settembre si era presentato in procura con cinquecento pagine di trascrizioni di quattro ore di riunioni (23 e 27 luglio 2012) a casa del padre della futura ministra Nunzia De Girolamo. Presenti i vertici della Asl, con il direttore sanitario, quello generale, la futura ministra e due suoi collaboratori oggi al gabinetto del ministero delle politiche agricole. In quelle riunioni si discutono problemi di gestione della Asl.
La procura affida subito una consulenza tecnica che produce, alla fine di novembre, una sintesi di 14 pagine di quattro episodi meritevoli di approfondimenti. L’appalto triennale (lievitato da 9 a 12 milioni di euro) per il servizio del 118, con le ambulanze comprate dall’Asl e un appalto, secondo quanto fu concordato in quella riunione registrata da Pisapia, che doveva essere vinto dalla società Modesan che, secondo Pisapia, aveva sponsorizzato il congresso sannita del Pdl. Gara truccata a danno della Sanit, che vantava crediti dall’Asl i cui pagamenti venivano intenzionalmente ritardati.
Poi c’è il capitolo del bar dell’ospedale Fatebenefratelli, la cui gestione era finita a uno zio della ministra. C’erano problemi amministrativi da risolvere. In quella riunione registrata Nunzia De Girolamo invocò una ispezione all’ospedale per far capire chi comandava a Benevento.
Fermiamoci un attimo sul punto. Negli ultimi giorni, dunque, c’è stata una svolta, un colpo d’accelerazione alle indagini. Intanto, l’inchiesta adesso ha visto affiancare altri due pm a quello che coordinava le indagini. Tre pm per una inchiesta esplosiva.
Seconda novità: la convocazione di diversi testimoni. Per esempio, per approfondire il capitolo del bar del Fatebenefratelli, sono già stati sentiti un ufficiale dei Nas dei carabineri, e il direttore amministrativo dell’ospedale, Giovanni Carozza.
Lo stesso Felice Pisapia, l’ex dirigente della Asl che registrava le riunioni, è stato convocato per essere di nuovo interrogato. Ma il nuovo avvocato, Claudio Botti, ha chiesto tempo per poter leggere gli atti. E intanto gli uomini della Finanza hanno acquisito copia di un frammento di una diversa registrazione di un colloquio tra Pisapia e De Girolamo mandata in onda dal Tg5 la sera prima dell’intervento della ministra a Montecitorio.
La Stampa – 27 gennaio 2014