Il faccia a faccia prima della partenza del premier per gli States. La legge non sarà abolita, ma congelata per tre o quattro anni per i precari che ottengono un contratto a tempo indeterminato e per le nuove aziende
Mario Monti e Susanna Camusso si sono incontrati prima della partenza del premier per gli Usa in un faccia a faccia, il primo fra i due, per sbloccare la trattativa governo-sindacati sul mercato del lavoro. A partire dallo “spartiacque” articolo 18. Lo rivela Repubblica che spiega anche i punti dell’intesa fra il primo ministro e il segretario generale del più importante sindacato italiano.
Il codice dello Statuto dei lavoratori che vieta alle imprese con più di 15 dipendenti di licenziare un dipendente senza giusta causa non sarà abolito, ma, in alcuni casi, congelato. Come per gli ex precari che ottengono un contratto a tempo indeterminato e per le nuove aziende. Casi in cui, per i primi tre o quattro anni, la norma non sarà applicata.
Secondo il giornale romano, il premier, prima della visita negli States, ha raggiunto un’intesa di massima con la Cgil sulle misure che il governo varerà a marzo. Un compromesso per portare a Bruxelles la riforma del mercato del Lavoro senza che i sindacati salgano sulle barricate per difendere i diritti del lavoratori. Per il momento non c’è niente di scritto, ma solo la reciproca disponibilità a raggiungere un’intesa in tempi stabiliti.
L’intesa raggiunta nel “colloquio segreto” verterebbe su pochi precisi punti: Articolo 18 sospeso per tre o quattro anni per chi esce dal precariato e una interpretazione della “giusta causa” più flessibile nelle aule dei tribunali del Lavoro. Il lavoratore atipico che verrà regolarizzato, per i primi anni di contratto potrà essere licenziato dal datore di lavoro. Stessa musica per le nuove imprese. Anche nel caso abbiano più di 15 dipendenti, nella fase di start up, non sarà in vigore quell’articolo dello Statuto dei lavoratori.
E la Camusso? In attesa che i colloqui ufficiali fra governo e parti sociali riprendano (già mercoledì è in agenda un incontro ufficiale), il segretario della Cgil ha mostrato la sua disponibilità al dialogo. Qualcosa di meno di un accordo, ma qualcosa di più di una stretta di mano. Anche se è difficile che una riforma di quella portata possa essere approvata senza alcuna protesta.
Il Fatto quotidiano – 12 febbraio 2012