Pagelle ai direttori generali delle Ulss e della aziende ospedaliere venete e dello Iov per valutare, secondo quanto stabilito dalle norme, i risultati ottenuti nel 2015. Un esame che schiude la strada, almeno in lnea teorica, a quella maggiorazione fino al 20% sullo stipendio lordo annuale dei dirigenti fissato a 123mila euro
Il rispetto dei tempi nelle liste d’attesa conta già nella valutazione dei direttori generali. Insieme al soddisfacimento dell’equilibrio di bilancio, quel parametro ha infatti pesato per il 75% del giudizio attribuito alla giunta per il 2015. Le «pagelle» finalizzate al riconoscimento del premio (fino ad un 20% in più sulla retribuzione annuale di 123.000 euro lordi) sono state completate ieri, con il 5% spettante alla commissione Sanità, in aggiunta al 20% riservato alle Conferenze dei sindaci. «Hanno ottenuto alti punteggi tutti quanti tranne tre, “rei” di non aver rispettato appieno l’aderenza alla programmazione regionale», riferisce lo zaiano Fabrizio Boron, presidente della commissione, alludendo ai dg delle Usl 19 (Adria), 21 (Legnago) e 22 (Bussolengo), aziende che fra due settimane confluiranno nei nuovi enti provinciali. E a sorpresa, ad essere declassato è stato un ex campione. Pietro Girardi, ex dg dell’Ulss 19 ha raccolto solamente un sufficiente quando era alla guida dell’azienda sociosanitaria basso-polesana durante il 2015 mentre per il 2014 si era piazzato ai vertici della classifica.
A proposito della riforma sanitaria, sempre ieri è stata bandita la prima gara d’appalto unitaria da parte della neonata Azienda Zero.
Si tratta della maxi-fornitura dei pasti per tutti gli ospedali del Veneto. «Finora il costo della giornata alimentare oscillava fra 12 e 15 euro — spiega Domenico Mantoan, segretario generale alla Sanità — così invece partiamo da una base di 13 euro, inferiore perfino rispetto ai 13,26 stimati dall’Autorità nazionale anticorruzione».
Polemiche intanto sul fronte sociosanitario. L’assessore leghista Manuela Lanzarin ha tirato dritto sulle Ipab, confermando le novità («norme di buon senso») contenute nel Collegato. All’attacco il dem Claudio Sinigaglia: «Anche sindaci e strutture sono scesi in campo per contrastare una controriforma che non risolve i problemi della non autosufficienza e introduce nuovi oneri, anziché tagliare l’Irap alle case di riposo come chiediamo da tempo». (a.pe.)
Il Corriere del Veneto – 16 dicembre 2016