Disco verde della Conferenza Unificata al decreto, emanato nel febbraio scorso, che disciplina il funzionamento dell’Anagrafe dei dipendenti pubblici. Il decreto è frutto di un lavoro a più mani: Dipartimento della Funzione pubblica, ministero dell’Economia e delle finanze, Dipartimento della Trasformazione digitale e Regioni. Con il via libera a questa riforma, che marcia da almeno 5 anni (il primo progetto elaborato dal ministro Madia si fermò dopo pochi mesi), si aprono così le porte a un’altra innovazione prevista dal Pnrr nell’ambito della riforma attuata dal ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta. Una innovazione che sarà di fondamentale importanza per il settore pubblico.
La riforma
Istituita presso il Dipartimento della Funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri, l’anagrafe sarà costruita a partire dai dati già disponibili presso il sistema NoiPA del ministero dell’Economia, che garantisce il calcolo dei cedolini di circa 1,9 milioni di dipendenti pubblici. Per il restante personale, sarà l’Inps a fornire le informazioni che le amministrazioni periodicamente trasmettono per gli obblighi contributivi. L’Anagrafe servirà per capire quali sono le risorse umane e professionali presenti all’interno della Pubblica amministrazione e per favorire i processi di sviluppo delle competenze e di reclutamento. Per ridurre al minimo i costi e i tempi di realizzazione, i dati anagrafici dei dipendenti saranno validati dall’Anagrafe nazionale della popolazione residente (Anpr), mentre quelli sugli incarichi conferiti ai dipendenti pubblici saranno acquisiti direttamente dalla banca dati già disponibile presso il Dipartimento della funzione pubblica. L’Anagrafe dei dipendenti pubblici sarà propedeutica alla realizzazione del fascicolo elettronico del dipendente, che a regime sarà integrato con i dati acquisiti dal portale inPA e conterrà le informazioni sul percorso professionale di ogni lavoratore pubblico, dalla formazione alla mobilità.
Il censimento
Grazie a questa operazione, di fatto, si avvia il censimento anagrafico permanente dei 3 milioni e 200 mila dipendenti pubblici italiani, utilizzando a tal scopo la base di dati del personale del comparto pubblico del Ministero dell’Economia e Finanze, che al momento offre invece solo dati abbastanza scarni: età, ruolo e data di assunzione. Si tratta, ovviamente, di obiettivi inclusi nel Pnrr e in particolare nella Missione M1C1, il cui raggiungimento dovrebbe consentire di avere una fotografia sempre aggiornata della pubblica amministrazione italiana anche in vista del suo ringiovanimento attraverso nuovi ingressi mirati. Sul versante del reclutamento, peraltro, si è già agito in termini di digitalizzazione con il varo del portale InPA nell’agosto dello scorso anno, poi presentato ufficialmente nel mese di novembre 2021. In pratica, l’Anagrafe dei dipendenti pubblici chiuderà il cerchio di una riorganizzazione digitale della Pubblica Amministrazione e fa da contraltare al recente completamento dell’Anagrafe della popolazione residente.