Primo caso intercettato in Veneto di Zika, la malattìa virale trasmessa dalla zanzara del genere Aedes che può causare microcefalia fetale nelle donne incinte. Colpita, una donna italo-venezuelana di 53 anni, venuta in vacanza a Treviso durante le feste di Natale. La donna era in visita dai parenti guanto si è sentita poco bene.
E stata ricoverata all’ospedale di Treviso, con febbre a 38.5, cefalea, astenia e rush cutaneo. Nata e residente in Venezuela, la donna è risultata negativa ai virus endemici più comuni. Un campione sierologico è stato analizzato dal Centro di Virologia e microbiologia dell’Azienda ospedaliera – Università di Padova, polo di riferimento regionale: qui lo staff diretto dal professor Giorgio Palù ha identificato lo Zika. «È un caso di importazione in un soggetto italo-venezuelano i cui contatti italiani non corrono alcun rischio, così come la popolazione di Treviso: la paziente – spiega Palù – era già in fase di remissione di malattia e soprattutto da noi non esiste il vettore che la trasmette. Questo è il primo caso di Zika riscontrato nel 2016».
Le avvisaglie del morbo la donna le ha avute in Venezuela, prima di partire per l’Italia. «Del resto il Venezuela è uno dei Paesi che, come il Sud America e il Centro America, hanno lo Zika endemico. Il nome deriva dalla foresta dell’Uganda dove il virus, originariamente delle scimmie poi trasmesso all’uomo attraverso la zanzara, venne identificato nel 1947». I sintomi sono simili a quelli di Dengue e Chikungunya, anche se più lievi: febbricola, dolori articolari e muscolari, eruzioni cutanee, congiuntivite. Un’infezione da virus Zika potrebbe quindi passare inosservata o essere attribuita ad altro. Dalla puntura di una zanzara infetta ai sintomi, trascorre un periodo di incubazione di 3-12 giorni; la malattia raramente richiede il ricovero ospedaliere. La donna è già stata dimessa e ha fatto ritorno, guarita, in Venezuela.
Il Gazzettino di Treviso – 27 gennaio 2016