«Una vicenda semplicemente disgustosa». Non spende troppe parole il segretario veneto della Lega Flavio Tosi commentando l’arresto dell’ex tesoriere del Carroccio Francesco Belsito e di Stefano Bonet. «Disgustosa per tutti i cittadini e ancora di più per chi fa politica con passione credendo in un ideale». Tosi approva l’annuncio di Maroni di volere inserire la Lega tra le parti civili.
«Sarebbe un bel gesto» afferma il sindaco di Verona, «se la Lega mettesse il denaro riottenuto a disposizione delle imprese in difficoltà del nostro territorio». Dal canto suo il governatore del Veneto Luca Zaia ripete il suo leit motiv: «Male non fare, paura non avere, recita un antico adagio. Sulla vicenda Belsito si farà la chiarezza che è giusto fare, considerando che una pietra tombale sul passato della Lega è stata già posta col congresso federale. Ora guardiamo avanti con fiducia. C’è tanto lavoro da fare per il Nord e per la macroregione, considerata da Roma come un limone da spremere», afferma Zaia. «Abbiamo la massima fiducia nell’operato della magistratura, che siamo certi farà definitiva chiarezza su quanto accaduto. Adesso è tempo di pensare alle nostre partita Iva, ai nostri giovani senza lavoro, all’economia dei nostri territori in estrema difficoltà». Insomma, gli scandali che hanno travolto Bossi non vengono più utilizzati come strumento di lotta interna: Maroni controlla la Lega e la rivolta delle frange venete è stata repressa con una raffica di espulsioni. Nicola Finco, consigliere regionale del Carroccio, aggiunge: «Il caso Belsito rappresenta il capitolo più brutto della trentennale storia della Lega Nord. Mi auguro che si faccia chiarezza e in tempi rapidi, a tutela dei tantissimi amministratori che danno prova ogni giorno di buon governo dei nostri enti locali, con onestà e limpidezza. Ovviamente la Lega Nord, con i suoi nuovi vertici rinnovati dieci mesi fa, deve costituirsi parte civile nel processo, soprattutto per affermare in maniera decisa che il Movimento è vittima e non colpevole in questa penosa vicenda. E come i rimborsi elettorali sono stati donati ai terremotati dell’Emilia, il risarcimento spettante dopo il processo potrebbe essere devoluto agli imprenditori del Nord vittime della crisi o ai nostri disoccupati. Stupisce che ci sia oggi ancora chi anche a livello veneto difende il cosiddetto cerchio magico e i complici di quel sistema fortunatamente scardinato dai nuovi vertici della Lega». E il governo: che farà Maroni? «Si decide oggi dopo l’incontro con Enrico Letta: se accoglierà le nostre proposte designeremo i ministri, altrimenti sarà opposizione costruttiva», conclude Massimo Bitonci, capogruppo al Senato.
Il Mattino di Padova – 25 aprile 2013