Con qualche lentezza ma inesorabile, il cartellino rosso della legge è arrivato anche per Renato Chisso (Forza Italia) e Giampiero Marchese (ex Pd), i due consiglieri regionali coinvolti nell’inchiesta sul Mose e accusati rispettivamente di corruzione (Chisso) e finanziamento illecito ai partiti.
A oltre un mese dall’arresto, avvenuto il 4 giugno, la presidenza del consiglio dei ministri si è ricordata di loro e ha fatto scattare la sanzione accessoria prevista dalla legge per il personale politico che sia incappato in provvedimenti di custodia cautelare: in due parole, li ha sospesi da consiglieri regionali.
Il provvedimento è stato notificato ieri mattina dalla prefettura di Venezia all’ufficio di presidenza del consiglio regionale, che può soltanto prenderne atto e procedere con gli adempimenti conseguenti. La situazione che si viene ora a creare, infatti, è piuttosto singolare. Chisso e Marchese sono sospesi dalle funzioni ma l’allontanamento dal consiglio regionale durerà fino a quando i due saranno sottoposti a misure di limitazione della libertà personale (carcere, arresti domiciliari, obbligo di firma). Dovessero recuperare la piena libertà prima della fine della legislatura – cioè entro marzo dell’anno prossimo -, sulla carta avrebbero diritto a riprendersi il loro posto a palazzo Ferro Fini. Così vuole la legge.
Perciò la presidenza del consiglio regionale procederà già oggi a surrogare i due consiglieri sospesi, ma con un provvedimento di subentro che potrebbe rivelarsi a lungo andare provvisorio. Comunque vada a finire, si tengano pronti Francesco Piccolo, già a lungo consigliere e assessore regionale dell’Udc poi accasatosi sotto le insegne berlusconiane, che farà il suo rientro in consiglio regionale al posto di Renato Chisso; e Alessio Alessandrini, esponente del Pd di Portogruaro, che invece esordirà in consiglio regionale prendendo lo scranno liberato da Marchese.
Per la cronaca, l’ex assessore alla Mobilità Chisso è tuttora detenuto nel carcere di Pisa, mentre Marchese ha ottenuto la scarcerazione ed è agli arresti domiciliari nella sua casa di Jesolo. (a.z .)
Il Corriere Veneto – 9 luglio 2014