Così i mutamenti dell’ambiente cambiano la fauna. E diventano comuni i coleotteri tipici del Nord Africa e le libellule della Sicilia
Lo scoiattolo scende dal pino e furtivo si aggira tra le conchiglie sulla sabbia. Non è un’allucinazione: i piccoli roditori sono diventati di casa nelle pinete di Jesolo e delle località balneari. Non è il solo cambiamento che riguarda gli animali selvatici a Nordest. Tassi e volpi vivono ormai ai bordi dei centri abitati nella bassa pianura e la lontra è ricomparsa in Friuli dopo più di 40 anni. Uno studio pubblicato sulla rivista del Cnr Galileo (vedi articolo sotto) segnala le specie di uccelli comuni a rischio scomparsa.
Attento osservatore di questi fenomeni, il naturalista e divulgatore veneziano Michele Zanetti (autore del provocatorio libro “Gli animali stanno vincendo”) spiega: «Negli ultimi decenni ci sono stati cambiamenti macroscopici. Negli anni ’80 rane e rospi stavano scomparendo, ma con la razionalizzazione dell’uso dei fitofarmaci in agricoltura c’è stata una ripresa. E così sono aumentati i rettili, loro naturali predatori».
Gli sconvolgimenti che riguardano i mammiferi sono forse i più facili da notare: «Non era mai stata segnalata la presenza di scoiattoli in pianura, ma da vent’anni a questa parte si sono spostati lungo quelle autostrade naturali che sono i corsi d’acqua. Dalle montagne sono arrivati alle pinete delle spiagge». Le nutrie, grossi roditori importati decenni fa dal Sudamerica per le pelli, proseguono la loro marcia inarrestabile di conquista del territorio, continuando a moltiplicarsi nonostante l’uccisione di centinaia di esemplari.
Alcuni mutamenti sono legati ai cambiamenti climatici: «Possiamo cogliere chiari legami con il riscaldamento globale. In Veneto oggi vive una libellula che anni fa era presente solo in Sicilia. Un animale tipicamente mediterraneo che trova il suo habitat in una zona temperata come la nostra indica che il clima nel nostro territorio è cambiato. Sulle nostre piante aromatiche è comparso un coleottero tipico del Nord Africa nonostante il nome fuorviante, la Crisolina americana».
Poi ci sono i casi riguardanti gli animali di “importazione”: «Le tartarughe dei negozi di animali – tartarughe palustre dalle orecchie rosse – sono originarie degli Stati Uniti sud-orientali. Carine da piccole, da adulte raggiungono i 20 centimetri, soffiano come serpenti e mordono. La gente le ha abbandonate e sono proliferate nei corsi d’acqua, sottraendo risorse alle nostre tartarughe palustri, ora in sofferenza». Per tacere della odiata zanzara tigre, «arrivata in Italia dall’estremo oriente con i carichi di copertoni usati da rigenerare. Vi ricordo che la “tigre” è una zanzara diurna, quindi non credete a chi vi racconta la favoletta dell’utilità delle bat-box per contrastarle: i pipistrelli volano all’imbrunire».
Lunedì 14 Maggio 2012 – Gazzettino.it