Il commissario per l’emergenza ha promesso azioni legali affinché vengano rispettati i contratti. Il rallentamento si aggiunge a quello di Pfizer-Biontech e AstraZeneca, vaccino in attesa dell’ok dell’Ema. L’Italia continuerà a puntare su vaccini e farmaci «autoctoni» per essere più indipendenti
DOMANI. Il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri ha affermato in conferenza stampa che Moderna consegnerà meno dosi di quelle previste inizialmente. «Moderna ci ha appena informato che per la settimana dell’9 febbraio delle previste 166mila dosi ne consegnerà 132mila, il 20 per cento in meno». In totale mancano almeno 300mila dosi che non sono arrivate nelle nostre strutture sanitarie.
Quindi non solo Pfizer-Biontech, ma ora anche Moderna annuncia dei rallentamenti nelle consegne delle dosi del vaccino anti Covid-19. Due annunci che si aggiungono a quello AstraZeneca per il vaccino non ancora autorizzato dall Ema di cui però la società ha fatto sapere verranno distribuite oltre il 65 per cento in meno delle dosi.
Riguardo alle polemiche sui ritardi il Commissario ha affermato: «Sarebbe davvero meglio se dipendesse da noi ma la realtà è che non ci sono i vaccini. Sono stati ridotti unilateralmente e senza avvisarci. L’Italia fino al 15 gennaio era il paese europeo che aveva somministrato più vaccini. Oggi, siamo dopo la Germania e la Turchia. Abbiamo avviato tutte le procedure per far valere le nostre ragioni».
NUOVI MEDICI E INFERMIERI
Il Commissario per l’emergenza ha anche detto in conferenza stampa che oggi arrivano i primi medici e infermieri che hanno risposto alla call e saranno distribuiti sul nostro territorio.
Continuano anche le selezioni delle 26. 900 domande pervenute, «abbiamo già in dirittura di arrivo la contrattualizzazione di altre centinaia di medici selezionati e verrano inviati nei territori, cerchiamo ad arrivare a 12mila tra medici e infermieri per rafforzare le nostre strutture sanitarie» ha specificato Arcuri.
Il Commissario ha annunciato anche che è stata pubblicata la gara per la costruzione dei padiglioni che serviranno per le somministrazioni di massa dei vaccini. «Dai primi informali riscontri possiamo manifestare soddisfazione per l’attenzione ricevuta dal mercato di riferimento» ha detto Arcuri, specificando che ci sarà almeno un padiglione per ogni 40mila abitanti fino ad arrivare a 1500 in tutto il territorio italiano.
«Non ci accontentiamo di pianificazioni o informazioni, noi pretendiamo e faremo ogni cosa nelle nostre facoltà affinché le nostre legittime pretese vengano ascoltate» ha concluso tornando sui ritardi delle aziende farmaceutiche.