Com’è diventato difficile fare i veterinari pubblici oggi, con i servizi sotto il costante attacco di chi ci governa e i nostri abituali punti di riferimento sempre più nella bufera. Pochi mesi fa nel commentare le anticipazioni dell’inchiesta della Procura di Roma sui vaccini contro l’aviaria, abbiamo ricordato i mesi dell’emergenza, il duro lavoro di profilassi negli allevamenti e nei macelli, lo sconforto dei produttori avicoli, la fatica, la paura. Ora le nuove indiscrezioni sull’utilizzo dei vaccini contro la Blue tongue e l’influenza aviaria vanno a toccare ancora le massime autorità nel campo della sanità veterinaria pubblica e i maggiori istituti zooprofilattici. Quegli stessi centri cui nel nostro lavoro quotidiano per la salute pubblica siamo abituati a rapportarci e a considerare riferimenti autorevoli. E disgraziatamente in tutto questo tourbillon il Veneto sembra essere un po’ troppo presente.
Non è una bella cosa, visto che da sempre la nostra regione rappresenta un modello indiscusso di efficacia ed eccellenza a livello nazionale. Sarà la magistratura comunque a verificare la fondatezza di certe ricostruzioni. A noi non resta che chiedere con forza che venga fatta chiarezza davvero al più presto.
Questa vicenda arriva, tra l’altro, in un quadro di estrema difficoltà per la sanità veterinaria. Le ultime iniziative legislative nazionali, come il Patto per la salute, attaccano ancora una volta i servizi veterinari delle Asl depotenziandoli e mettendone a rischio l’efficienza. E nel contempo ci tocca guardarci da ‘falsi amici’ preoccupati a dimostrare una nostra supposta ‘inutilità’ per ‘salvaguardare’ sé stessi. La nostra Regione, per parte sua, aveva già destrutturato e decapitato i servizi territoriali, esautorato la veterinaria regionale, togliendole competenze. Intanto le emergenze non si fermano e tocca a noi trovare le risposte e contrastare rischi e patologie. Mentre tutti i nostri riferimenti sembrano travolti. Forse sarebbe naturale un certo disorientamento e, perché no, anche un certo sconforto e l’amarezza.
Ma è in questo momento invece che la nostra categoria può e deve dimostrare la propria autorevolezza e la propria professionalità. Lo hanno fatto i nostri colleghi sardi ricordando il ruolo avuto sul campo nel contrasto alla malattia e le segnalazioni fatte inutilmente sugli effetti di quei vaccini. Lo facciamo ogni giorno opponendoci con tutti i mezzi possibili ai disegni di smantellamento dei nostri servizi. Lo facciamo chiedendo di svolgere appieno il nostro lavoro di tutela della salute pubblica, delle giuste istanze degli operatori onesti, del benessere degli animali e nel far rispettare la legalità. Perché questo è il nostro compito e intendiamo onorarlo sempre, fino in fondo.
Roberto Poggian, segretario regionale Sivemp Veneto – 21 luglio 2014