L’Ape volontario finalmente ha completato il percorso attuativo e da ieri è possibile presentare la domanda per ottenere il reddito ponte. All’operazione hanno aderito, per il momento, Intesa Sanpaolo sul fronte bancario e Unipol e Allianz su quello assicurativo.
L’ultimo tassello che mancava era la messa a regime della piattaforma informatica per lo scambio di dati tra Inps, banche e assicurazioni, dato che l’anticipo finanziario a garanzia pensionistica si basa sull’erogazione di un prestito da parte della banca e la copertura del caso morte del richiedente da parte di una compagnia di assicurazione. Dopo mesi di ritardi, è stata effettuata una corsa contro il tempo per rispettare l’ultima scadenza. Infatti, chi ha maturato il requisito per l’Ape tra il 1° maggio 2017 (data prevista dalla legge 232/2016 per l’operatività dell’anticipo) e il 18 ottobre dell’anno scorso, ha tempo fino al 18 aprile per chiedere l’Ape anche con le mensilità arretrate, se lo desidera.
Dal 13 febbraio l’Inps ha attivato la piattaforma che consente di simulare il costo dell’Ape e chiedere la certificazione dei requisiti. Secondo i dati diffusi pochi giorni fa dall’istituto di previdenza, in questo arco di tempo sono state accolte circa 7mila richieste di certificazione, di cui oltre 5mila riguardano persone che potenzialmente possono chiedere gli arretrati in quanto hanno maturato i requisiti di età e di contributi nella finestra 1° maggio-18 ottobre 2017.
A poche ore di distanza dalla messa online della procedura di richiesta dell’Ape, Intesa Sanpaolo stava già lavorando le prime 100 domande provenienti un po’ da tutta Italia (solo il 15% da parte di donne), con durata media di 34 mesi e importo mensile sui 1.100 euro. La scelta di finanziare l’Ape, ha affermato Stefano Barrese, responsabile della Banca dei Territori, è «in coerenza con il nostro più ampio impegno a mettere a disposizione strumenti in grado di dare maggior sicurezza alla terza fase della vita tramite un ventaglio di soluzioni, dalle forme di previdenza complementare alla tutela della propria salute e dei propri cari con soluzioni assicurative mirate».
Nell’Ape volontario gli istituti di credito (nonché nella variante “aziendale”) svolgono un ruolo centrale in quanto erogano il prestito che sta alla base dell’operazione. Infatti il reddito ponte che si può iniziare a percepire quando mancano non più di 43 mesi di distanza dalla pensione non è altro che un finanziamento, che poi va restituito con rate gravanti sulla pensione per venti anni (salvo possibilità di estinzione anticipata).
Il costo del finanziamento è aggiornato ogni due mesi e legato a parametri individuati nell’accordo quadro tra i ministeri del Lavoro e dell’Economia e l’Abi. In prima battuta il Tan è intorno al 3 per cento. Il premio per la polizza caso morte, invece, oscilla tra il 29 e il 32% in relazione all’età dell’apista. L’adesione all’operazione da parte di altri intermediari, bancari e assicurativi, non porterà cambiamenti sotto questo aspetto, in quanto i costi restano vincolati alle regole individuate negli accordi quadro.
Ieri l’Inps ha pubblicato il messaggio 1604/2018 relativo alle condizioni per l’attivazione, da parte dell’istituto finanziatore, dell’intervento del fondo di garanzia di cui l’Istituto stesso è gestore. L’attivazione può avvenire in quattro casi: revoca della pensione; incapienza della pensione; se l’impresa di assicurazione non interviene a estinzione del prestito in caso di morte del pensionato; se la banca, non informata del decesso dell’apista, ha erogato quote di Ape senza poi essere riuscita a recuperarle.
Dal 13 febbraio l’Inps ha attivato la piattaforma che consente di simulare il costo dell’Ape e chiedere la certificazione dei requisiti. Secondo i dati diffusi pochi giorni fa dall’istituto di previdenza, in questo arco di tempo sono state accolte circa 7mila richieste di certificazione, di cui oltre 5mila riguardano persone che potenzialmente possono chiedere gli arretrati in quanto hanno maturato i requisiti di età e di contributi nella finestra 1° maggio-18 ottobre 2017.
A poche ore di distanza dalla messa online della procedura di richiesta dell’Ape, Intesa Sanpaolo stava già lavorando le prime 100 domande provenienti un po’ da tutta Italia (solo il 15% da parte di donne), con durata media di 34 mesi e importo mensile sui 1.100 euro. La scelta di finanziare l’Ape, ha affermato Stefano Barrese, responsabile della Banca dei Territori, è «in coerenza con il nostro più ampio impegno a mettere a disposizione strumenti in grado di dare maggior sicurezza alla terza fase della vita tramite un ventaglio di soluzioni, dalle forme di previdenza complementare alla tutela della propria salute e dei propri cari con soluzioni assicurative mirate».
Nell’Ape volontario gli istituti di credito (nonché nella variante “aziendale”) svolgono un ruolo centrale in quanto erogano il prestito che sta alla base dell’operazione. Infatti il reddito ponte che si può iniziare a percepire quando mancano non più di 43 mesi di distanza dalla pensione non è altro che un finanziamento, che poi va restituito con rate gravanti sulla pensione per venti anni (salvo possibilità di estinzione anticipata).
Il costo del finanziamento è aggiornato ogni due mesi e legato a parametri individuati nell’accordo quadro tra i ministeri del Lavoro e dell’Economia e l’Abi. In prima battuta il Tan è intorno al 3 per cento. Il premio per la polizza caso morte, invece, oscilla tra il 29 e il 32% in relazione all’età dell’apista. L’adesione all’operazione da parte di altri intermediari, bancari e assicurativi, non porterà cambiamenti sotto questo aspetto, in quanto i costi restano vincolati alle regole individuate negli accordi quadro.
Ieri l’Inps ha pubblicato il messaggio 1604/2018 relativo alle condizioni per l’attivazione, da parte dell’istituto finanziatore, dell’intervento del fondo di garanzia di cui l’Istituto stesso è gestore. L’attivazione può avvenire in quattro casi: revoca della pensione; incapienza della pensione; se l’impresa di assicurazione non interviene a estinzione del prestito in caso di morte del pensionato; se la banca, non informata del decesso dell’apista, ha erogato quote di Ape senza poi essere riuscita a recuperarle.
Matteo Prioschi – Il Sole 24 Ore – 13 aprile 2018