di Barbara Gobbi. Il settore sanitario-farmaceutico, insieme con quello della distribuzione commerciale, rappresenta il «nucleo di settori produttivi più “problematici” e in cui è stata esercitata con particolare intensità e sistematicità l’azione dell’Autorità». E’ quanto si legge nella Relazione annuale presentata in Senato dal Garante della concorrenza e del mercato.
Che ricorda come i due citati siano gli «ambiti nei quali le distorsioni concorrenziali incidono direttamente sul benessere della collettività, sul potere di acquisto da parte della domanda e, nel caso della sanità, anche sul godimento di diritti fondamentali del cittadino».
Sotto la lente, in particolare, i casi elencati al capitolo “Collusione e cartelli” e ricordati nella sintesi illustrata al presidente di Palazzo Madama Pietro Grasso, dal presidente Antitrust Giovanni Pitruzzella: «Già nel 2012 – si legge a pagina 20 – l’Autorità aveva accertato un grave abuso di posizione dominante nella commercializzazione di alcuni farmaci per la cura del glaucoma, che aveva ostacolato l’ingresso dei genericisti sul mercato, provocando un mancato risparmio per il Servizio sanitario nazionale stimato in quattordici milioni di euro (caso Ratiopharm-Pfizer). Nel medesimo settore e con i medesimi effetti di rilevante danno verso il sistema sanitario nazionale, l’Autorità ha di recente concluso l’istruttoria sul caso Roche-Novartis/Farmaci Avastin e Lucentis dalla quale è emersa un’intesa restrittiva della concorrenza molto grave posta in essere nel mercato dei farmaci per la cura di gravi patologie vascolari della vista, e che ha comportato per il Sistema sanitario nazionale un esborso aggiuntivo stimato in oltre 45 milioni di euro nel solo 2012, con possibili maggiori costi futuri fino a oltre 600 milioni di euro l’anno (…) In considerazione della particolare gravità dell’illecito accertato, l’Autorità ha comminato al gruppo Novartis una sanzione di 92 milioni di euro e al gruppo Roche una sanzione di 90,5 milioni di euro, per un totale di oltre 180 milioni di euro».
Nel complesso, il Garante tra 2013 e 2014 ha comminato sanzioni per oltre 314 milioni di euro. In particolare l’Antitrust «per comportamenti anticoncorrenziali, nel 2013 ha irrogato sanzioni pari a 112.873.512 euro e, nei primi sei mesi del 2014, pari a 184.528.819 euro. In sede di accertamento di pratiche commerciali scorrette, sono state irrogate sanzioni per 9.253.000 euro nel 2013 e per 8.198.500 nei primi sei mesi del 2014». Pitruzzella ha poi sottolineato la centralità della «funzione deterrente della sanzione. Essa va oltre il caso deciso e lancia a tutti gli operatori economici l’avvertimento che violare le regole sulla concorrenza può fare incorrere in pesanti sanzioni economiche».
L’invito a difendere l’iniziativa economica privata, principio costituzionalmente garantito, è arrivato dal presidente del Senato Grasso: «L’Authority – ha ricordato – ha senso se riesce a dimostrare in ogni suo atto la più alta e ferma indipendenza dalle pressioni e dalle proposte indebite provenienti da ogni parte. Nell’attuale contesto di crisi economica e finanziaria, in cui si affacciano i primi – per quanto ancora fragili – segnali di ripresa, la politica della concorrenza svolge un ruolo di primo piano nel garantire il corretto funzionamento dei mercati, tutelato dall’articolo 41 della nostra Costituzione secondo cui “L’iniziativa economica privata è libera».
«Solo con un mercato libero e concorrenziale l’Italia e l’Europa – ha sottolineato Grasso – potranno uscire dalla crisi: non a caso la tutela della concorrenza é una componente essenziale del processo di integrazione europea fin dai Trattati istitutivi del 1957. La concorrenza, infatti, é un vero e proprio motore di innovazione e crescita – ha aggiunto il presidente del Senato -. Una concorrenza effettiva stimola le imprese a diventare più efficienti; consente alle aziende maggiormente produttive di prendere il posto degli operatori meno efficienti; promuove gli investimenti e l’innovazione. Solo valorizzando il talento, le competenze e l’efficienza nella scuola e nelle università, negli enti pubblici e nelle imprese sarà possibile rilanciare la crescita e sbloccare la nostra economia. Oltre a ciò, lasciatemi aggiungere, c’é un’altra concorrenza sleale che blocca la nostra economia e soffoca nella culla idee innovative, operatori coraggiosi e imprese che in altri contesti potrebbero prosperare. Mi riferisco alla criminalità organizzata, che inquina l’economia e prospera senza doversi preoccupare della difficoltà di reperire i capitali per iniziare le attività e dei vincoli previsti dalla legge in materia di tutela dei diritti del lavoratore».
Il Sole Sanità – 1 luglio 2014