La sanità deve regolamentazione e controllo, che dovrebbe essere accentrata a livello nazionale, e fornitura del servizio: in questo modo strutture pubbliche e private potrebbero garantire in concorrenza tra loro la produzione e l’erogazione delle prestazioni sanitarie specialistiche e ospedaliere.
E nel settore farmaceutico occorre passare dall’attuale sistema che prevede un numero massimo di farmacie a un modello che ne stabilisca, al contrario, un numero minimo per tutelare l’interesse pubblico ad un’efficiente distribuzione, senza impedire l’accesso ai potenziali nuovi entranti. Va rivisto poi l’attuale sistema di remunerazione della filiera distributiva del farmaco che contribuisce ad ostacolare lo sviluppo della vendita di farmaci di minor prezzo, in particolare dei farmaci generici, passando a un modello basato su una retribuzione ‘a forfait’.
Sono questi gli aspetti sanitari del messaggio che l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato invia al Governo nella sua segnalazione per la predisposizione del disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza: sulla liberalizzazione dei mercati e sulla semplificazione.
L’Autorità sottolinea che per rafforzare la crescita del Paese è necessario superare gli ostacoli alla competitività. Molto è stato già fatto, afferma, «ma molto rimane ancora da fare. Imprescindibile realizzare le riforme strutturali per non mettere a rischio la crescita nel medio periodo. Spazi di intervento in tutti i settori più rilevanti: energia, comunicazioni, poste, banche, assicurazioni, servizi pubblici locali e società pubbliche».
Secondo l’Antitrust è imprescindibile realizzare in maniera compiuta le riforme strutturali dei mercati accelerando l’attuazione effettiva di quelle avviate: solo così sarà possibile eliminare gli ostacoli che limitano la concorrenza e la competitività del tessuto produttivo nazionale, superando al contempo le strozzature infrastrutturali ancora esistenti.
Molte sono le aree nelle quali occorre intervenire: dai settori dell’energia elettrica e del gas alla distribuzione dei carburanti, dalle comunicazioni ai settori bancario e assicurativo, alla sanità, alle poste fino ai servizi professionali. Nelle proposte dell’Autorità trova spazio anche la revisione dei settori portuali e aeroportuali nonché di quello della gestione dei rifiuti.
E secondo l’Antitrust è necessario intervenire nei servizi pubblici locali e nelle società pubbliche al fine di superare quel “capitalismo pubblico” che non consente di raggiungere adeguati livelli di efficienza e di qualità dei servizi.
Sanità
Anche nel settore sanitario è necessario introdurre una netta separazione tra regolamentazione e controllo, che dovrebbe essere accentrata a livello nazionale, e fornitura del servizio: in questo modo strutture pubbliche e private potrebbero garantire in concorrenza tra loro la produzione e l’erogazione delle prestazioni sanitarie specialistiche e ospedaliere. Le Asl dovrebbero mantenere unicamente le funzioni di sanità pubblica, assistenza di base e controllo dell’attività specialistica e ospedaliera.
Ai cittadini va garantito l’accesso alle informazioni sui dati riguardanti l’attività medica svolta e la qualità del servizio erogato dalle strutture sanitarie pubbliche e private, per dare loro la massima possibilità di scelta, orientandola verso le strutture più efficienti. Contemporaneamente le risorse pubbliche, destinate alle strutture sanitarie private che operano in regime di accreditamento, devono essere attribuite sulla base di criteri idonei a selezionare le imprese maggiormente efficienti e a consentire l’effettivo accesso al mercato anche a operatori nuovi entranti.
Vanno, inoltre, eliminati gli ostacoli alla libertà di accesso agli operatori privati nell’erogazione di prestazioni sanitarie che non gravano sul bilancio pubblico: si tratta di una modifica che può contribuire a migliorare l’efficienza e la qualità dei servizi, con riflessi positivi sulla produttività dell’intera offerta.
Infine, una diversa regolamentazione può produrre risparmi nell’approvvigionamento dei dispositivi medici tramite gara, garantendo la concorrenza tra le imprese fornitrici.
Farmaceutico
Nel settore della distribuzione farmaceutica occorre passare dall’attuale sistema che prevede un numero massimo di farmacie a un modello che ne stabilisca, al contrario, un numero minimo per tutelare l’interesse pubblico ad un’efficiente distribuzione, senza impedire l’accesso ai potenziali nuovi entranti.
Sono, infine, da eliminare i vincoli regolamentari che ritardano l’ingresso sul mercato dei farmaci equivalenti, con conseguenti effetti di mancato risparmio ai danni del Ssn. Parallelamente va rivisto l’attuale sistema di remunerazione della filiera distributiva del farmaco che contribuisce ad ostacolare lo sviluppo della vendita di farmaci di minor prezzo, in particolare dei farmaci generici, passando a un modello basato su una retribuzione ‘a forfait’ per ogni servizio di vendita di ciascun medicinale, anziché sul valore dei prodotti venduti.
Il Sole 24 Ore sanità – 6 luglio 2014