Una sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 10mila euro da divulgare via web. È quella che dovrebbe scattare nei confronti di membri del Governo, parlamentari, assessori e consiglieri regionali e di tutti i titolari di incarichi e elettivi e o di esercizio politico per la mancata, o non corretta, pubblicazione della situazione patrimoniale complessiva «propria e dei parenti più stretti».
Almeno secondo quanto prevede lo schema di decreto legislativo che sarà esaminato nel pomeriggio dal Consiglio dei ministri per dare attuazione della legge anticorruzione nella Pa del novembre scorso per rafforzare e integrare le misure in vigore sulla trasparenza nella pubblica amministrazione. Ai cittadini più poteri per l’accesso agli atti Il testo introduce anche il principio del diritto di accesso civico agli atti e ai dati della pubblica amministrazione rafforzando notevolmente, anche a fini anti-corruttivi, il meccanismo già previsto dalla legge 241/90 per garantire ai cittadini l’accesso a documenti e pratiche degli uffici pubblici. Gli utenti della Pa, in particolare, potranno pretendere la pubblicazione di quelle informazioni che le strutture statali, pur essendo obbligate, non provvedono a divulgare sui propri siti istituzionali. Nuove sanzioni per la mancata trasparenza Ma la vera novità nella schema di decreto legislativo è l’introduzione di un sistema sanzionatorio che riguarda tutti i livelli della pubblica amministrazione per il mancato, il ritardato o l’inesatto adempimento delle nuove regole sulla pubblicazione e sulla trasparenza. Confermato l’obbligo di divulgare i dati sugli incarichi concessi nella Pa, sugli appalti, sull’attività delle Asl e sui compensi percepiti da funzionari e dipendenti. La lente sulle risorse dei gruppi regionali e provinciali Anche sul versante dei cosiddetti costi della politica il decreto legislativo è in linea con la legge anticorruzione approvata nello scorso autunno. Ad esempio Regioni e province dovranno pubblicare i rendiconti dei gruppi consiliari regionali e provinciali e gli atti e delle relazioni degli organi di controllo. E in evidenza dovranno essere messe soprattutto le risorse trasferite a ciascun gruppo, con indicazione del titolo di trasferimento e dell’impiego risorse utilizzate. Novità per i concorsi dei dirigenti e Scuole di formazione Sul tavolo del Consiglio dei ministri approda anche lo schema di regolamento sull’attuazione del nuovo sistema di reclutamento di dirigenti e funzionari pubblici, previsto dalla spending review, con le nuove regole di ammissione al corso-concorso unico (con lo stop ai singoli concorsi delle varie amministrazioni). All’esame del Consiglio dei ministri anche un altro schema di regolamento di attuazione della spending review: quello sulla riorganizzazione delle Scuole di formazione della pubblica amministrazione. Anche in questo caso i percorsi formativi vengono assorbiti in un sistema unico del reclutamento e della formazione pubblica.
Ilsole24ore.com – 23 gennaio 2013