Raffaele Cantone lascia l’Anac. Dopo oltre cinque anni alla presidenza dell’Anticorruzione, lo annuncia lui stesso in una lettera sul sito dell’Autorità. «Sento che un ciclo – si legge nel testo – si è definitivamente concluso, anche per il manifestarsi di un diverso approccio culturale nei confronti dell’Anac e del suo ruolo». Cantone ha fatto richiesta per rientrare in magistratura, «che ho sempre considerato la mia casa». La magistratura vive una fase «difficile», che «mi impedisce di restare spettatore passivo». Così Cantone nella lettera in cui annuncia che lascia l’Anac e rientra in magistratura. «È una decisione meditata e sofferta» ma «credo sia giusto rientrare in ruolo in un momento così difficile per la vita della magistratura».
«Torno a fare il magistrato»
Cantone annuncia poi la sua intenzione di tornare a fare il magistrato: «Nella mattina di oggi, con alcuni mesi di anticipo, ho dunque avanzato formale richiesta di rientrare nei ruoli organici della magistratura: un atto che implica la conclusione del mio mandato di Presidente dell’Anac, che diverrà effettiva non appena l’istanza sarà ratificata dal plenum del Csm. Tornerò pertanto all’Ufficio del massimario presso la Corte di Cassazione, dove prestavo servizio prima di essere designato all’unanimità dal Parlamento a questo importante incarico».
Informato Mattarella
Nella lettere pubblicata sul sito dell’Anac Cantone confessa di aver anticipato nei giorni scorsi la sua intenzione al Capo dello Stato Mattarella e al premier Conte. «Naturalmente la corruzione è tutt’altro che debellata ma sarebbe ingeneroso non prendere atto dei progressi, evidenziati anche dagli innumerevoli e nient’affatto scontati riconoscimenti ricevuti in questi anni dalle organizzazioni internazionali (Commissione europea, Consiglio d’Europa, Ocse, Osce, Fondo monetario) e dal significativo miglioramento nelle classifiche di settore». «Sono circostanze che dovrebbero rappresentare motivo di orgoglio per l’Italia, invece sono spesso poco riconosciute come meriterebbero».
Lo scontro sullo sblocca cantieri
L’Autorità anticorruzione è stata istituita nel 2012 durante il governo di Mario Monti nell’ambito della cosiddetta legge Severino. Il suo compito è prevenire fenomeni di illegalità all’interno della pubblica amministrazione attraverso pratiche di trasparenza e mediante vigilanza sui contratti, appalti e incarichi pubblici. Il presidente Cantone aveva assunto una posizione critica sul by pass del codice degli appalti (lo stop all’obbligo per gli enti locali di avere una centrale unica per gli appalti, lo stop di scegliere i commissari per le gare da un registro dell’Anac, l’aumento al 40% per i subappalti) contenuta nel decreto sblocca cantieri entrato in vigore a giugno. Salvini e Di Maio avevano imputato al codice degli appalti e alle procedure anticorruzione il rallentamento di molti cantieri pubblici. «C’è un rischio di ritorno della corruzione» aveva avvertito in quella occasione il presidente dell’autorità.
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