Crescono le morti e i ricoveri per infezioni da batteri resistenti agli antibiotici. Più di 8.000 i decessi riconducibili a Mrsa ed E. Coli nel solo 2007 secondo uno studio pubblicato su PloS Medicine.
Nel 2007 in Europa, si sono verificati 5503 decessi associati a infezioni di Staphylococcus aureus resistente alla meticillina e 2712 causati dai ceppi antibioticoresistenti di Escherichia coli. Inoltre, sono stati 255.683 i ricoveri in più dovuti allo Staphylococcus e 120.065 quelli collegati all’Escherichia coli nello stesso anno. È questo un primo bilancio dell’antibioticoresistenza in Europa secondo uno studio condotto dal gruppo di studio Burden (Burden of resistance and disease in European nations) e pubblicato su PloS Medicine.
Il bilancio, potrebbe essere inoltre per difetto, visto che gli scienziati hanno focalizzato l’attenzione soltanto su due batteri resistenti alla meticillina: lo Staphylococcus aureus (Mrsa) e l’Escherichia coli (G3crec).
“Sebbene l’antibiotico-resistenza stia mettendo a dura prova i sistemi sanitari, le esatte ripercussioni sociali non sono mai state quantificate”, spiegano nell’articolo su PloS i ricercatori che hanno condotto lo studio.
La ricerca è stata portata avanti tramite i dati raccolti da 31 nazioni europee, nelle quali gli scienziati hanno valutato gli effetti sugli ospedali della diffusione delle infezioni. In particolare, i dati sono stati ottenuto tramite lo European Antimicrobial Resistance Surveillance System (EARSS), un network che fornisce informazioni sulla resistenza agli antibiotici per ricerche collegate alla salute pubblica, e sono relativi alle infezioni causate nel 2007 dai batteri Mrsa e G3crec. Questi sono stati poi combinati con risultati di precedenti studi clinici e tramite modelli matematici sono state stimate morti, ricoveri e costi in eccesso dovuti allo Staphylococcus e all’E. coli.
Il problema della resistenza agli antibiotici è ulteriormente aggravato dall’auto-prescrizione di medicinali e dall’uso non terapeutico degli antibiotici come promotori della crescita in agricoltura.
Ma l’abuso di questi farmaci porta a una selezione naturale dei ceppi più resistenti, che dunque risultano ancor più difficili da sconfiggere nella pratica clinica.
“È un circolo vizioso bello e buono” ha detto in un’intervista allo Scientific American, Lance B. Price, direttore del Center for Microbiomics and Human Health al Translational Genomics Research Institute (TGen) a Flagstaff, ed esperto nel settore.
“Un aumento nella resistenza agli antibiotici, ci riporta quasi allo scenario che avevamo cento anni fa: oggi lo Staphylococcus aureus stermina in America più persone di quante non ne uccida l’Hiv.
Secondo i ricercatori infatti l’antibiotico-resistenza sviluppata da vari batteri è una delle più grandi minacce alla salute pubblica dei giorni nostri. Price è laconico quando si tratta di questo tema: “Dobbiamo fare qualcosa: siamo all’inizio di un’epidemia”.
quotidianosanita.it – 18 ottobre 2011