Dopo mesi di attesa il nuovo Piano nazionale di Contrasto all’Antibioticoresistenza (Pncar) 2022-2025 è stato redatto dal ministero della Salute e inviato all’esame delle Regioni. A breve il confronto in seno alla Conferenza Stato Regioni.A differenza del precedente, il documento si articola in tre pilastri principali: 1) sorveglianza e monitoraggio integrato dell’antibioticoresistenza, dell’utilizzo di antibiotici, delle infezioni correlate all’assistenza (Ica) e monitoraggio ambientale; 2) prevenzione delle Ica in ambito ospedaliero e comunitario e delle malattie infettive e zoonosi; 3) uso appropriato degli antibiotici sia in ambito umano che veterinario e corretta gestione e smaltimento degli antibiotici e dei materiali contaminati.
Approccio One health e sorveglianza
Ancora più enfasi viene data all’approccio One Health, a cui si mira ancora più concretamente favorendo una maggiore integrazione tra settore umano, veterinario e ambientale. Soprattutto alla luce dell’esperienza che la pandemia di Covid-19 ha lasciato: cioè che la salute di esseri umani, animali e ambiente è strettamente intrecciata. Ancora, tra le innovazioni segnalate dagli stessi esperti rispetto al Piano precedente, un maggior rafforzamento ed estensione delle sorveglianze, sia in ambito ospedaliero che territoriale, perché solo conoscendo le dimensioni del fenomeno si può prevenirlo e combatterlo.
Prevenzione e uso prudente degli antibiotici
Una maggiore attenzione viene data anche alle Ica e alle attività preventive, in coordinazione con le iniziative già in atto, come le vaccinazioni e il Piano nazionale di prevenzione vaccinale. Lo sviluppo di nuovi strumenti di supporto all’uso prudente degli antibiotici sia in ambito umano sia veterinario, e una maggiore attenzione agli aspetti bioetici, alla trasparenza e alla comunicazione per favorire la partecipazione attiva di tutti i cittadini. Verrà inoltre creata una Cabina di regia composta da un numero ristretto di rappresentanti delle Istituzioni centrali coinvolte e delle Regioni per garantire la buona riuscita del Piano.
Le raccomandazioni contenute nel nuovo Piano nazionale di Contrasto all’Antibiotico resistenza (Pncar) 2022-2025 del Ministero della Salute
I farmaci antibiotici vanno assunti solo dietro prescrizione medica, le aziende farmaceutiche devono adattare il loro confezionamento alle indicazioni d’uso appropriate, i medici li devono prescrivere secondo linee guida base su evidenze e i farmacisti devono guidare cittadini e pazienti nell’applicare le indicazioni sul corretto uso e sulla prevenzione delle infezioni. Queste sono alcune delle indicazioni, una dozzina in totale rivolte a diversi attori rappresentate in un’infografica, contenute nel nuovo Piano nazionale di Contrasto all’Antibiotico resistenza (Pncar) 2022-2025 del Ministero della Salute, che aggiorna il precedente (2017-2021, rimasto in vigore a causa della pandemia) e che le Regioni si apprestano a valutare.
Direttive di azione e obiettivi
Il Ministero ha individuato diverse direttive di azione. La sorveglianza e monitoraggio integrato dell’antibiotico resistenza, dell’utilizzo di antibiotici, delle infezioni correlate all’assistenza (Ica) e monitoraggio ambientale. La prevenzione delle Ica in ambito ospedaliero e comunitario e delle malattie infettive e zoonosi. L’uso appropriato degli antibiotici sia in ambito umano che veterinario e corretta gestione e smaltimento degli antibiotici e dei materiali contaminati. L’approccio è però One Health, quindi orientato a una maggiore integrazione tra settore umano, veterinario e ambientale, soprattutto alla luce dell’esperienza della pandemia di Covid.
Rispetto al Piano precedente, è previsto un maggior rafforzamento ed estensione delle sorveglianze, sia in ambito ospedaliero che territoriale, perché solo conoscendo le dimensioni del fenomeno si può prevenirlo e combatterlo.
Sei gli obiettivi del nuovo Pncar:
1) Rafforzare l’approccio One Health, anche attraverso lo sviluppo di una sorveglianza nazionale coordinata dell’antibiotico resistenza e dell’uso di antibiotici, e prevenire la diffusione dell’antibiotico resistenza nell’ambiente.
2) Rafforzare la prevenzione e la sorveglianza delle Ica in ambito ospedaliero e comunitario.
3) Promuovere l’uso appropriato degli antibiotici e ridurre la frequenza delle infezioni causate da microrganismi resistenti in ambito umano e animale.
4) Promuovere innovazione e ricerca nell’ambito della prevenzione, diagnosi e terapia delle infezioni resistenti agli antibiotici.
5) Rafforzare la cooperazione nazionale e la partecipazione dell’Italia alle iniziative internazionali nel contrasto all’antibiotico resistenza.
6) Migliorare la consapevolezza della popolazione e promuovere la formazione degli operatori sanitari e ambientali sul contrasto all’antibiotico resistenza.
Ciascuno di noi può fare la sua parte, ecco come
Con un invito: “Ciascuno di noi può fare la sua parte”, ecco le raccomandazioni. Le industrie farmaceutiche: adattare il confezionamento degli antibiotici alle indicazioni d’uso approvate e promuovere la ricerca di alternative agli antimicrobici. Produttori di mangimi e farmacisti: fornire mangimi dedicati e medicinali per gli animali solo dietro prescrizione medico-veterinaria.
Personale sanitario di strutture di ricovero: implementare le buone pratiche di prevenzione e controllo delle infezioni Persone delle istituzioni: assicurare l’esistenza di un’opportuna legislazione ricercatori aumentare le conoscenze sul fenomeno dell’antibiotico resistenza e sviluppare nuovi farmaci e vaccini.
Medici di medicina generale e pediatri: prescrivere antibiotici attenendosi alle linee guida basate sull’evidenza.
Cittadini e pazienti: assumere gli antibiotici solo dietro prescrizione medica seguendo scrupolosamente le indicazioni del medico.
Medici veterinari: prescrivere antibiotici solo se necessario basandosi ove possibile su test.
Proprietari e detentori di animali: seguire sempre le indicazioni del medico veterinario.
Farmacisti e infermieri: guidare cittadini e pazienti nell’applicare le indicazioni sul corretto uso degli antibiotici e sulla prevenzione delle infezioni.
Scuole promuovere la conoscenza del problema dell’antimicrobica resistenza e dei metodi per contrastarla nella comunità scolastica.
Università: prevedere corsi e crediti formativi dedicati al fenomeno dell’antimicrobico resistenze sull’uso prudente di antimicrobici nei programmi universitari.